di Socrathe

Che il PD sia la copia aristocratica del PdL nessuno lo mette in dubbio. Ma che il PD abbia sbagliato tutto in questi 2 anni nessuno lo vuole ammettere. Un dato su tutti, la trasmissione in pubblico dell’idea politica.
Berlusconi è il PR (Public Relator) di se stesso e di tutto il PdL. La voce del Presidente del Consiglio, che ci piaccia o No! entra nelle case di ogni italiano. Silvio Berlusconi sa parlare alla gente. Sa vendere il proprio prodotto. Per uno che fa televisione commerciale da più di 30 anni piazzare sul mercato della pubblica opinione un’aspirapolvere a batteria solare o il Piano Casa è la stessa cosa. È il suo mestiere. Trafficare in parole la concretezza dell’agire: il termovalorizzatore di Acerra, il bonus famiglia, la gestione dell’emergenza Abruzzo, la social card, la detassazione degli emolumenti straordinari in busta paga, l’abolizione dell’ICI, et cetera. Che importa agli italiani se le misure anticrisi del governo sono state inefficaci? Per l’opinione pubblica, l’Esecutivo, ha fatto quel che poteva; c’è il bonus famiglia, c’è la social card, ci sono gli sconti irpef sul salario. C’è stato soprattutto il sorriso di Berlusconi. E al popolo piace il Cavaliere che sorride e che pensa positivo. Far passare il paradosso economico e sociale dei provvedimenti balneari di questo Governo dalle maglie fittissime del Vero, per il normopolitico italiano, era compito assai arduo. Berlusconi c’è riuscito! Il messaggio di un’Italia che sorride alla crisi, edulcorato dagli espedienti -da Bagaglino– del Premier, s’abbarbica come l’edera sulle pareti del consenso. E lì rimane. Anzi, la fiducia per il nostro Presidentissimo guascone tende sempre al rialzo.
Di contro il segretario del PD, il capo dell’opposizione. Dario, agli occhi del suo popolo, è uno che non le manda certamente a dire. Nella partita a carte giocata al tavolo con il Governo, se Berlusconi esce con il “carico a coppe” lui ci mette subito la “briscola”: per la serie, “di qui non si passa!”. Dario è l’erede naturale del wecanismo Veltroniano. L’uomo giusto per il partito che si candida a governare il popolo dei forse ma anche quello dei perché. A mio modesto avviso, Dario Franceschini, non è in grado di comunicare nemmeno le proprie generalità anagrafiche senza incappare nel contraddittorio, figuriamoci l’idea politica di tutto un partito. E I dati dell’ultimo sondaggio Ipsos del 2 Maggio -sulle intenzioni di voto degli italiani a un mese dal voto, commissionato dal sole 24 ore- mi danno ragione. Se un tentativo di comunicazione politica e programmatica da parte del PD, dal giorno delle dimissioni di Walter a oggi, c’è stato, questo ha raggiunto solo una parte di elettorato, quello di confine, quello aristocratico, quello d’elite. Passatemi la metafora: il messaggio di Franceschini si incunea timidamente nelle residenze estive e negli chalet di montagna dei Vip, la voce di Berlusconi tuona nelle case del popolo. Il paradosso per l’opposizione risiede proprio qui. L’eco del PD ha una cassa di risonanza angusta, seppur aristocratica. La politica del PD non arriva al cuore della gente. L’alternativa di governo si costruisce porta per porta scuotendo usci e opinioni. Occorre stanare gli italiani dalle alcove Silvio-simbiotiche; occorre programmare seriamente l’iniziativa politica. Affidare la comunicazione di un grande partito al contro Berlusconi e basta! non serve. Non dà risultati. E I sondaggi lo confermano. Per battere questo Governo bisogna pensare come questo governo! Serve un leader capace d’intercettare le opinioni e gli umori della gente, prima che i bisogni. Occorre copiare la politica del Papi Silvio. Ci vuole uno che la smetta di schierarsi sempre con le put., i gy, i delinquenti, i clandestini, i rom, gli islamici, e i pedofili. Ci vuole uno che abbia a cuore le sorti degli Italiani e non di chi viene a rompere i cabasisi in casa nostra chiedendo asilo e ventura senza mai dare nulla in cambio. Ci vuole uno che pensi agli italiani prima che agli stranieri.
Ci vuole uno che dia la sua solidarietà alle donne stuprate e non agli autori dello stupro. Il buonismo del nessuno tocchi Caino non conduce da nessuna parte. La comunicazione del PD sino a oggi è stata fallimentare. Il Partito di Franceschini non e’ stato capace di intercettare i disagi degli Italiani. Piuttosto che prendere iniziative serie, programmando e partecipando attivamente alle risoluzioni della nostra miseria vestita da social card, il PD ha solo allungato la mano sulle cosce delle Veline di Silvio, ha confortato
Si costruisce così l’alternativa di governo? Affidando la soluzione dei problemi di tutto un popolo alla somministrazione di questionari sul “cosa vuol dire essere di sinistra oggi”? Ed essere di sinistra, oggi, vuol dire lasciare liberi di delinquere i clandestini? Significa non mettere limiti all’immigrazione? Significa denunciare continuamente il Governo di essere xenobofo, razzista, tagliagole, perche’ richiede le impronte digitali? Significa criticare il piano casa a costo zero solo per il gusto di essere contro? Significa astenersi dal voto per il federalismo fiscale delle Regioni? Significa tifare per l’ex valletta d’avanspettacolo, Signora di Arcore e First Lady, che chiede conto e ragione delle maialate del marito? Certamente no! Essere di sinistra significa rendere sicuro il territorio, mandare in galera i delinquenti, ascoltare la gente, proporre il cambiamento. Essere di sinistra vuole dire battersi per una migliore distribuzione della ricchezza e sterilizzare il marciume etico sin qui propinato. Ecco cosa vuol dire essere di sinistra.
Belzebù- Lucifero -Berlusconi vince perché ha fatto innamorare il popolo italiano della politica del Fare, anche i più intelligenti e i più onesti, del Fare bene e anche male per il Fare.
Ba al ze bù (bub?)- il Signore delle Mosche – Franceschini perde e continuerà a perdere per seguire e soddisfare mediocri e aristocratici appetiti, rimettendoci l’anima e la luce dell’intelligenza, quella di sinistra, quella vera.
Socrathe
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