Cronaca
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04/11/2025 07:40

«Sono frustrato, ucciderò le donne». Così Vincenzo Lanni, l’accoltellatore di Milano

Allontanato giovedì scorso dalla comunità dopo comportamenti pericolosi

di Redazione

Milano – Aveva già colpito, in modo quasi identico dieci anni fa. Vincenzo Lanni all’epoca aveva 49 anni. I carabinieri lo avevano arrestato due giorni dopo aver accoltellato senza motivo, il 20 agosto 2015, due anziani a Villa di Serio e Alzano Lombardo, in Val Seriana. Ai magistrati aveva detto di aver deciso di uccidere come reazione «al profondo stato di frustrazione che provava per la sua vita» che giudicava «fallimentare». E se non fosse stato fermato, aveva detto lui stesso agli inquirenti, «avrebbe ucciso delle donne». Quello che ha tentato di fare lunedì mattina, quando senza alcun motivo, ha accoltellato alla schiena la manager 43enne di Finlombarda in piazza Gae Aulenti.

Lanni, 59 anni, originario di Bergamo, ex programmatore informatico, giovedì era stato allontanato da una comunità di recupero del Varesotto — verifiche in corso sui motivi — e si nascondeva in un albergo in via Vitruvio, vicino alla Stazione Centrale. È stato fermato prima che colpisse di nuovo.

Decisiva è stata la chiamata della sorella gemella, nella serata di lunedì, che dopo una caccia all’uomo durata 10 ore ha segnalato il suo nome ai carabinieri di Milano. Lo ha riconosciuto nei fotogrammi diffusi nel tardo pomeriggio dagli inquirenti. Era nella stanza 106. Aveva ancora gli stessi vestiti indossati durante l’aggressione: un giubbotto tecnico blu e azzurro, i pantaloni neri e le scarpe da ginnastica.

Anche dieci anni fa per arrivare alla sua cattura erano state decisive le telecamere. Lo aveva riconosciuto un’impiegata della biblioteca di Alzano grazie a un fotogramma che le avevano mostrato i carabinieri dopo che il giorno prima una jogger era scampata a un’aggressione. Nel fotogramma si vedeva Lanni mentre si allontanava dopo aver colpito il secondo anziano con una borsa di tela verde sotto braccio. I due pensionati, nessuno in pericolo di vita, erano stati colpiti con un coltello da 23 centimetri. Circostanze quasi identiche all’aggressione di lunedì mattina.

L’accoltellamento è stato ripreso dalle telecamere della piazza. Anche ieri Lanni aveva un grosso coltello, rimasto drammaticamente conficcato nella schiena della vittima. E nei filmati si vede l’uomo con una vistosa borsa di plastica pesante, di quelle usate per la spesa, verde fosforescente. Per tutta la giornata le ricerche dei carabinieri del Reparto operativo, diretti dal colonnello Antonio Coppola, e della compagnia Duomo, sono andate avanti senza sosta.

Da subito però è stata esclusa l’ipotesi che ci fosse un legame tra lui e la vittima. La donna,  Anna Laura Valsecchi,  che lavora da due anni come manager a Finlombarda, la finanziaria di Regione Lombardia che si occupa di fondi alle imprese, non ha mai avuto rapporti con il pubblico e il suo nome non è mai comparso nelle pratiche trattate. La dinamica dell’aggressione, con il colpo sferrato alle spalle senza neanche rivolgerle una parola, ha da subito fatto pensare a un aggressore sconosciuto. Prima le ricerche tra sbandati e senzatetto che bazzicano la zona, poi l’idea che potesse trattarsi di qualcuno arrivato da fuori.

Decisiva è stata le scelta del procuratore Marcello Viola e della pm Maria Cristina Ria di diffondere alcuni frame in cui si vedeva in modo piuttosto accurato il volto del 59enne. Poche ore di tam tam su siti Internet e social e la telefonata arrivata dalla sorella: «È lui, l’ho riconosciuto. L’ha già fatto». Poi è emerso l’allontanamento dalla comunità e infine il match tra gli ospiti dell’albergo vicino alla Centrale. Il blitz poco prima delle 20 con i carabinieri e la conferma grazie al ritrovamento degli stessi vestiti indossati al momento dell’aggressione alla 43enne.

Nel 2015 una perizia psichiatrica aveva certificato un disturbo schizoide di personalità. Per i giudici era parzialmente capace di intendere e volere e socialmente pericoloso. Poi la condanna a 8 anni di carcere e 3 da trascorrere in una struttura psichiatrica. Infine l’ultima tappa, la comunità «4Exodus», dove si trovava per un percorso di reinserimento e da cui era stato allontanato giovedì scorso, dopo aver mostrato comportamenti ritenuti pericolosi e non conformi alle regole della struttura.