Divisione familiare, polemiche mediatiche e decisione rinviata a metà novembre
di Redazione
Roma – Al Tribunale Civile di Roma si è tenuta un’udienza delicata e carica di tensione: al centro, la richiesta di nomina di un amministratore di sostegno per Vittorio Sgarbi, avanzata dalla figlia Evelina. Il critico d’arte, ex sottosegretario alla Cultura, si è presentato in aula, dove ha rivisto la figlia dopo mesi di distanza. La giudice Paola Scorza ha deciso di riservarsi la decisione, prendendosi altri 15 giorni per valutare se Sgarbi sia ancora in grado di gestire autonomamente i propri interessi.
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Durante i 90 minuti dell’udienza, la giudice ha chiesto a tutti di uscire dall’aula per poter parlare da sola con Sgarbi. Secondo quanto trapelato, non verranno disposte ulteriori perizie mediche. All’esterno del tribunale, la tensione è esplosa: una parte del pubblico ha urlato “vergogna” contro Evelina Sgarbi, percepita da alcuni come isolata rispetto al resto della famiglia, che si è mostrata compatta nel sostenere il critico.
Tra i presenti in aula, anche la sorella Alba, la compagna Sabrina Colle e la sorella Elisabetta. Secondo quanto riportato da Vita in Diretta, Alba avrebbe chiesto direttamente a Evelina: “Perché hai fatto questo a papà?”. La madre di Alba, Kozeta Hajdini, ha difeso pubblicamente la compagna di Sgarbi, dichiarando: “Sabrina è sempre stata accanto a lui, giorno e notte. Merita di essere sua moglie. Evelina non capisce che la depressione non è pazzia”.
Le parole degli opinionisti
Il caso ha suscitato forti reazioni anche nei salotti televisivi. Barbara Alberti, ospite a Vita in Diretta, ha definito l’udienza “una tortura e un oltraggio”, ipotizzando che si tratti di “una vendetta contro il genio”. Anche Pino Insegno, intervenuto a La Volta Buona, ha espresso dubbi sulle motivazioni familiari: “Quando c’è solo amore per un padre, queste cose non accadono. Mio padre aveva 2mila euro in banca, ma ha continuato a vivere con dignità”.
Le posizioni contrapposte
L’avvocato Lorenzo Iacobbi, legale di Evelina, ha dichiarato prima dell’udienza: “Siamo qui per tutelare l’uomo, non il personaggio”. Evelina, visibilmente provata, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Secondo la sua richiesta, il padre non sarebbe più in grado di gestire il proprio patrimonio e le proprie decisioni. Sgarbi, dal canto suo, ha respinto con forza l’istanza, definendola falsa e motivata da interessi economici e dispute familiari.
Prossimi sviluppi
La decisione finale è attesa entro metà novembre. La vicenda, che tocca corde personali e pubbliche, continua a dividere l’opinione pubblica e a sollevare interrogativi sul confine tra tutela legale e rispetto dell’autonomia individuale, soprattutto quando si tratta di figure così esposte mediaticamente.
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