La scena del delitto
di Redazione


Modica – Slip femminili, reggiseni imbottiti e tacchi a spillo. Nella stanza dei giochi, dove è stato trovato cadavere, Peppe Lucifora teneva profumi e abbigliamento intimo femminile per dare un senso intimo e di sensualità ai suoi incontri amorosi con il partner. La stanza dell’Eros, nella casa inaccessibile del cuoco 57enne ucciso brutalmente il 10 novembre 2019, veniva dopo quella del Thanatos, quella con le foto dei funerali e dei santini, coi ceri religiosi e le candele. La stanza dell’espiazione delle colpe.
La trasmissione televisiva di Rete 4 Quarto Grado ha mostrato ieri sera il luogo del delitto che ha posto fine alla vita di Peppe il sangiorgiario, il venditore di cedri, il portatore del cero del santo cavaliere. L’omicida lo ha tramortito con un pugno al volto, e poi lo ha soffocato, con una mano sola, la destra. I Ris di Messina hanno trovato sulla porta bianca del bagno una macchia di sudore che porta dritto al Dna di Davide Corallo, il carabiniere 39enne le cui analisi mediche Peppe custodiva nell’armadietto del cambio turno in ospedale, dove lavorava come cuoco. L’altra traccia di Davide è sulla coroncina metallica dello scarico del lavabo. Lì c’è lo sperma di Davide e il sangue di Peppe.
Davide ha sempre detto di aver visto Peppe Lucifora, l’ultima volta, 20 giorni prima del delitto. Ma quelle tracce organiche non avrebbero portuto resistere tanto. L’omicida le ha lasciate la sera del 10 novembre.
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