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14/12/2016 13:24

Teatro: a Cinematocasa dopo 30 anni Il grigio di Gaber

di Redazione

PALERMO, 14 DIC Sul palco un uomo solo, forse troppo per una nuova casa. Andato in scena ininterrottamente per due anni dal 1988 al 1990, “Il grigio” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini arriva a Palermo, a Cinematocasa nella Cavallerizza di Palazzo Busacca di Gallidoro. Domani sera, giovedì 15 dicembre, l’attore palermitano Claudio Ambrosetti, già sugli schermi italiani nel nuovo film di Pif, interpreterà nel teatrino di quaranta posti in via Maqueda, un estratto del monologo che si rivela un’irresistibile macchina narrativa: esatta, ironica e tagliente, perché come scrive lo stesso Gaber “tutti abbiamo bisogno di qualcuno o qualcosa che non faccia addormentare i nostri dubbi”. Il racconto intimista si snoda all’interno di una grande casa, potenzialmente ideale per lavorare, per riflettere, per rimettere un po’ le cose a posto, se non fosse per i fallimenti personali che l’uomo si porta come un fardello insormontabile: un matrimonio a pezzi, un’amante delusa, un figlio ormai estraneo. “L’amore è una parola strana, vola troppo e andrebbe sostituita” dice il protagonista de Il Grigio. Un cumulo di macerie che forse potrà essere lasciato dietro la soglia di casa, godendosi finalmente la giusta ricompensa o almeno un po’ di pace. Peccato che, a porte chiuse, lo aspetti un topo malefico, pronto a rosicchiare agli angoli il foglio bianco della sua nuova vita. Un topo metaforico che diventa una vera e propria ossessione capace di catapultarlo al limite della follia. Come sempre, le parole di Giorgio Gaber hanno il potere d’insinuarsi fra i pensieri come tarli, come piccoli roditori perfidi e cocciuti; così l’ironia diventa un grimaldello, e la capacità di ridere di se stessi e delle proprie nevrosi una forma lucida e consapevole di pietà.(ANSA).