Nasce da papà di Floridia e mamma di Solarino, Tecla Marianna Insolia, nel vicino 2004
di Giuseppe Savà
Tecla. Come l’infermiera che aiutò la madre a partorire.
Insolia, come il vitigno da cui nascono i migliori vini siciliani, i bianchi, ma anche il Marsala.
Nasce da papà di Floridia e mamma di Solarino, Tecla Marianna Insolia, nel vicino 2004. Genitori siracusani spinti come altri lontano dalla Sicilia lungo la via dell’emigrazione per un lavoro. A Varese, dove Tecla è nata, a Bari e infine a Piombino, dove la famiglia Insolia ha un negozio di infissi.
Tecla sul passeggino, nel suo desiderio di farsi comprendere subito dopo lo svezzamento, sillabava note.
Non parlava, cantava.
E questo innato senso della musica induceva mamma e papà ad assecondare quel talento che porta al mondo dello spettacolo. Tecla insegue durante l’adolescenza il sogno di una carriera Sanremese senza avvedersi che è il cinema la sua dimensione dell’arte. Lo scopre guardando i film nel negozio dei genitori, al computer, insieme al fratellino.
A consacrare questa giovanissima attrice al cinema è “L’Arte della Gioia”, film ispirato al capolavoro di Goliarda Sapienza e diretto da Valeria Golino. Tecla diventa Modesta, la ragazzina vittima di violenza, figlia di umili origini, promessa in sposa a Cristo, infine unica erede di una grande famiglia nobiliare, donna emancipata, libera, protagonista di un sentimento moderno di resistenza e rivoluzione culturale.
E tale interpretazione ha posto Tecla al centro della scena del cinema italiano, che si contende oggi questa 21enne nei maggiori film in uscita in questi mesi.
Tecla, con la sua recitazione fisica, dirompente, dove persona e personaggio sono sempre uno, è in nuce la futura Anna Magnani del cinema italiano.
Tecla, in greco “gloria di Dio”. Tecla, discepola di San Paolo, prima martire donna, infine santa. È celebrata il 23 settembre.
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