di Redazione
Ragusa – Prosegue il piano di intensificazione del controllo del territorio, coordinato dal Comando Provinciale, nell’ambito del quale, negli ultimi giorni, sono stati conseguiti risultati di servizio anche in materia di reati contro il patrimonio. Tre giovani ragusani, di età compresa tra i 21 e 28 anni, infatti sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per furto. In particolare nella nottata del 29, una pattuglia della Compagnia di Ragusa, mentre percorreva la via Lungomare Pietrenere in Pozzallo, notava la presenza dei due giovani, i quali armeggiavano nelle adiacenze di un cantiere edile; il terzo giovane era invece all’interno di un’autovettura. I militari, considerato il luogo e l’ora, decidevano di avvicinarsi ed approfondire la situazione, verificando che dall’area del cantiere in questione era stato rimosso uno dei pannelli di recinzione. Quindi, procedevano ad identificare i tre giovani e, nel controllare l’autovettura, venivano rinvenuti, all’interno del bagagliaio, materiali per l’edilizia, identici a quelli notati all’interno del cantiere, da cui era stato rimosso uno dei pannelli di recinzione. L’Autorità Giudiziaria informata dei fatti, disponeva l’immediata restituzione dei beni ai legittimi proprietari. Nell’ambito di analoghi servizi di controllo del territorio, un’altra pattuglia della Compagnia, nei giorni scorsi, veniva allertata a causa di una segnalazione giunta alla Sala Operativa, che informava della presenza di alcuni soggetti intenti a scavare nei pressi dell’area archeologica limitrofa al Museo di “Kamarina” del Comune di Santa Croce Camerina, Giunti sul posto, i militari, dopo una breve ricognizione dei luoghi, rinvenivano, abbandonati sul suolo, diversi resti in creta appartenenti ad un’anfora che verosimilmente i soggetti, della cui presenza era stata informata la Sala Operativa, nel darsi precipitosamente alla fuga, avevano abbandonato e ridotto in frantumi. Da apposite perizia richiesta alla Soprintendenza Beni Culturali e Archeologici di Ragusa, è stato accertato che il reperto sottoposto a sequestro dalle Fiamme Gialle è da ricondurre a un’anfora Greco-Italico del IV secolo A.C.; di essa appaiono ben evidenti un frammento del fondo a puntale cilindrico e vari altri frammenti del corpo di forma cilindrica. L’autorità Giudiziaria, informata dei fatti, disponeva la consegna dei reperti posti sotto sequestro al Museo Archeologico di Kamarina.
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