Cronaca
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19/09/2025 11:14

Totò Riina, il figlio: «Papà non era violento, non ha mai ordinato l’omicidio di Falcone». Applausi-choc in un podcast

«Via quel video». La conduzione di Gioacchino Gargano

di Redazione

Palermo – «Mio padre non ha mai ordinato l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo. Giovanni Falcone, quando l’hanno ammazzato, non dava più fastidio alla mafia o a Totò Riina, ma ad altri dietro le quinte. L’antimafia è un carrozzone composto da gente che ha bisogno di stare sotto i riflettori e a dimostrarlo sono i casi della giudice Silvana Saguto e dell’imprenditore Antonello Montante, finti e antimafiosi di facciata». Lo afferma Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss Totò Riina, intervistato da Lo Sperone Podcast, condotto da Gioacchino Gargano (foto qui sotto).

Uomo “serio e onesto”

Il figlio del padrino di Corleone, che ha scontato una condanna a 8 anni per associazione mafiosa e ora è tornato nel paese di origine della famiglia, non è nuovo a simili uscite. Già in un libro aveva definito il padre «un uomo serio e onesto». «Non l’ho mai visto compiere un atto di violenza o tornare a casa con una pistola in mano e sporco di sangue – ha detto – è stato arrestato perché dava fastidio, così come a un certo punto hanno dato fastidio Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro, perché erano malati e non servivano più in quello stato a quelli che detenevano veramente il denaro della mafia».

Offese alla terra

«Non sentivamo il bisogno di ascoltare le opinioni del figlio di Totò Riina, convinto di spiegarci che uomo buono era suo padre. Non offenda la nostra terra. Mi chiedo che tipo di informazione sia quella che cerca di accreditare verità che sono state sconfessate dai tribunali in nome del popolo italiano». Così il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici.

Rimuovere il video

Rimuovere il video del podcast Lo Sperone con l’intervista a Giuseppe Salvatore Riina che elogia suo padre, il capomafia Totò Riina. Lo chiede il deputato regionale e leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera, che definisce il filmato «agghiacciante». «Sto facendo una segnalazione all’Agcom per fare in modo che quando si parli di mafia, si ricordi che questi hanno distrutto la nostra terra e rovinato la vita dei siciliani – dice La Vardera – Ho visto questa puntata ed è un continuo tentare di far passare la figura di Totò Riina come un uomo onesto e contro il sistema, ma la cosa più vergognosa è stata la totale sudditanza degli intervistatori che non sono stati in grado di fare neanche una domanda sulla storia efferata e criminale del padre. Chiedo formalmente al gestore del podcast di togliere questo scempio dalla rete poiché fortemente diseducativo per le nuove generazioni diversamente». La Vardera aggiunge: «Un boss mafioso, e non un grande boss italiano come l’hanno definito, come Riina non va ricordato per essere beatifico e chiunque faccia apologia criminale o mafiosa, proprio come hanno fatto questi del podcast solo per fare visualizzazioni online si qualificano da soli».