Attualità
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23/11/2009 17:10

Tra falsi d’autore, il cioccolato modicano al bivio. Spinello Vs Buscema

di Giorgio Caruso

Ragusa – “Siamo ad un bivio: proseguire lungo la strada in un primo momento indicataci da Regione e Ministero e che ci potrebbe portare al riconoscimento Igp (indicazione geografica protetta), oppure ricominciare da zero e, come suggeritoci da alcuni esperti, indirizzarci verso il marchio Stg (specialità tradizionale garantita)”.

Hanno voluto fare chiarezza e soprattutto spiegare, a tutti, qual è attualmente lo stato dell’iter per giungere alla tutela del cioccolato modicano. Ieri mattina, in conferenza stampa, alla Camera di Commercio di Ragusa c’erano tutti.

Dal presidente Pippo Tumino, al direttore Carmelo Arezzo, al presidente del Consorzio di tutela del cioccolato artigianale modicano Tonino Spinello, al responsabile provinciale della Cna alimentare, Carmelo Caccamo.

“E’ obiettivo di tutti – ha detto il Presidente della CamCom, Pippo Tumino – tutelare questa specialità. E’ da parecchio tempo che lavoriamo con a fianco il Consorzio. Abbiamo voluto intessere solo rapporti istituzionali tra questa CamCom ed il Ministero, ma il cambio dei dirigenti ed alcune interpretazioni di normative e regolamenti, ci hanno portato dinanzi a questo bivio: Igp o Stg. E’ chiaro che il marchio che tutela di più il territorio è l’Igp e proprio per questo – ha continuato Tumino – ho chiesto l’intervento politico del deputato nazionale Nino Minardo, augurandoci che i suoi buoni uffici al Ministero delle Politiche Agricole possano portare beneficio all’iter e sbloccare la situazione. Altrimenti, così come suggeritoci dal Ministero, dovremmo optare per l’Stg, ricominciando da zero”.

“Al momento – ha spiegato il direttore dell’organismo camerale, Carmelo Arezzo – la situazione impantanata per via dell’assenza del “cioccolato” tra i prodotti marchiabili con l’Igp previsti dal regolamento. Ci sono però previsti – ha aggiunto – i prodotti dalla “torrefazione del cacao”.

Il nostro problema è che siamo antesignani. Il cioccolato di Modica è il primo prodotto, in Italia, a non essere legato strettamente all’agricoltura di un territorio.”.

Qual è la differenza tra Igp e Stg?

“Nel caso del marchio Igp non si potrebbe produrre – è stato chiarito – in nessuna parte d’Italia il “cioccolato modicano” se non in un determinato territorio. Quindi la massima tutela per i nostri artigiani. L’Stg è un marchio di qualità, ma chiunque potrebbe produrre cioccolato modicano, semplicemente rispettando un rigido disciplinare”.

Per la Cna alimentare quella scoppiata è stata una vicenda “in cui si è creata confusione. L’iter è ben avviato, non c’è bisogno che qualcuno si intesti battaglie” ha detto Carmelo Caccamo. “Quello che noi chiediamo – ha infine spiegato il presidente del Consorzio, Tonino Spinello – è che si raggiunga l’obiettivo prefissatoci e cioè quello di tutelare il nostro prodotto”.

“Credo che però il cioccolato di Modica – ha concluso poi il direttore della Camera di Commercio, Carmelo Arezzo – non abbia bisogno solo di un marchio, ma di una valida azione di promozione che leghi indissolubilmente la città al prodotto. Questa, prim’ancora che un marchio, è la soluzione a cui bisogna tutti tendere”.

 

 

E Tonino Spinello se la prende col sindaco Buscema

 

“Quando c’era Piero Torchi era diverso. Con le scorse amministrazioni avevamo un rapporto migliore. Con questa sembra quasi che diamo fastidio!”.

E’ lo sfogo di Tonino Spinello, presidente del Consorzio di tutela del cioccolato artigianale modicano, che non le manda a dire all’indirizzo di palazzo San Domenico.

“In tutta questa vicenda del cioccolato barocco, sono intervenuti sia pubblicamente sia anche con una semplice telefonata praticamente tutti. Abbiamo sentito accanto – dice Spinello – la Camera di Commercio, la Cna, l’assessore Enzo Cavallo in rappresentanza della Provincia, alcuni consiglieri provinciali. Il Comune invece, se non fosse per una dichiarazione dell’assessore allo sviluppo economico Nino Frasca Caccia, è stato completamente assente. E questo non può che rammaricarci ed anche tanto”.

Spinello ha parlato anche di “rapporti difficili” elencando alcuni episodi, tra cui, ultimo in ordine di tempo, la vicenda legata al “castello di cioccolato” simbolo di Chocobarocco.

“Avevamo chiesto, all’indomani di Chocobarocco – ha spiegato ancora il vertice del Consorzio – una location per il museo provinciale del cioccolato di Modica con annesso uno spazio da dedicare ai “modicani nel Mondo”. La Provincia avrebbe finanziato il progetto ed aveva espresso la propria disponibilità. Dal Comune non abbiamo ricevuto, né noi né tantomeno la Provincia, nessuna comunicazione. Sul Castello poi, dopo che è scoppiata la polemica, il Sindaco mi ha chiamato – ha ancora raccontato Spinello – per dirci di sbrigarci, senza scusarsi o altro.

Inoltre, quando poi sono stati ospiti del Comune alcuni tour operators statunitensi, guidati a Modica da Stefano Giaquinta, non siamo stati nemmeno contattati. Probabilmente però – ha continuato – c’erano altri personaggi legati al cioccolato ma non al Consorzio. E questo ci fa pensare parecchio! Probabilmente diamo fastidio”.

 

Sulla tutela del cioccolato di Modica. Il Sindaco: “Lavorare uniti e non fare polemiche”

La presa di posizione del presidente del Consorzio del cioccolato artigianale di Modica, Tonino Spinello, in riferimento all’atteggiamento dell’amministrazione nei confronti dell’organismo ha spinto il Sindaco Antonello Buscema  ad esplicitare alcune riflessioni di merito e dichiara:
“Devo esternare,senza polemica alcuna atteso il mio ruolo, la mia preoccupazione per la piega che si vuole fare prendere ad un dibattito a distanza nei confronti di un tema serio e consistente come quello sulla tutela del cioccolato di Modica.

A fronte di un momento delicato in cui tutti hanno il dovere di fare quadrato, istituzioni, enti, consorzio, singoli produttori, sull’argomento in questione si registra, ciclicamente, un dibattito attraverso dichiarazioni rilasciate  ai giornali in cui il Presidente del Consorzio sferra attacchi contro l’amministrazione come se questo dovesse diventare il principale strumento di attenzione per la pubblica opinione quando invece è fortemente utile riflettere su quello che si deve fare per trovare una soluzione adeguata alla salvaguardia del cioccolato di Modica.

Molto sommessamente e umilmente però non posso non chiedermi:

la pratica della riconoscibilità è dormiente da qualche anno e desideravo sapere, unitamente ai cittadini di Modica, quali azioni sono state poste in essere dal Consorzio di tutela, primo attore di questa vicenda,per velocizzare o superare l’iter della pratica ed evitare così gli attacchi che il prodotto sta subendo su scala nazionale ?
Come mai il Consorzio, che dovrebbe essere il centro motore delle iniziative rivolte al mantenimento, alla valorizzazione e all’immagine del prodotto principe della Città, non è espressione di tutti i produttori di cioccolato di Modica divenendo nel tempo, purtroppo, un organo di nicchia non rappresentativo di tutti ?
 
Non è assolutamente vero, poi, che l’amministrazione sia stata assente su questo dibattito.

Ho avuto modo di interloquire, lo ha fatto anche l’Assessore Nino Frasca Caccia, con gli enti preposti, senza dover apparire sui giornali, per concertare un’azione comune e ho atteso, come mi è stato riferito, che si assumessero prese di posizione ufficiali da parte di quanti stanno, istituzionalmente, seguendo l’iter per il riconoscimento per coordinare azioni comuni.

Auspico solo che passata la fase mediatica dell’evento ci si possa parlare e confrontare, senza ricerca di protagonismi da parte di qualcuno, perché la questione della riconoscibilità del cioccolato modicano va al di là delle amministrazioni, passate,(malgrado la nostalgia del Presidente del Consorzio nutre nei confronti dell’ancien regime,) presenti e future, perché è patrimonio acquisito della Città e quindi di tutti.”