Attualità
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17/09/2010 23:45

Tresauro, Il Sovrintendente sblocca, Lombardo blocca

Alessandro Ferrara aveva dato l'ok, ma il Governatore ha detto no

di Redazione

Ragusa – Le trivellazioni in contrada Tresauro pur essendo compatibili con le restrizioni imposte dall’adozione del Piano Paesistico -così come aveva disposto il Sovrintendente Alessandro Ferrara dopo il sopralluogo al cantiere di Eni- non sono tuttavia gradite al Presidente Lombardo. Il Governatore, senza un motivo ben preciso e senza alcuna motivazione tecnica, blocca i lavori di preparazione alle perforazioni di Enimed nella campagna ragusana. Il pretesto del nuovo fermo ai lavori è la non completa documentazione di Eni a corredo del progetto di trivellazione in contrada Tresauro. La realtà è tutt’altra. La piena compatibilità delle norme di salvaguardia indicate dal piano paesistico territoriale e la prescrizione di alcuni e semplici interventi aggiuntivi per la continuazione dei lavori, non soddisfano le pretese politiche, e non più tecniche, del presidente della regione Sicilia.

Alla beffa dell’adozione tecnica del piano paesistico territoriale, imposto ai territori senza concertazione preventiva, si aggiunge il raggiro politico del Governatore che mette a serio rischio non solo lo sviluppo del nostro territorio ma quello della Sicilia intera.

Lombardo pone il veto sul rigassificatore Erg di Priolo e blocca contestualmente gli investimenti di Eni in provincia di Ragusa. È  chiara la volontà politica di neutralizzare le proposte di sviluppo della Sicilia orientale. Tre miliardi di euro di impieghi economici -investimenti Erg-Eni-Terna da Messina a Ragusa- affidati alle scelte di un Presidente che amministra la regione siciliana come fosse un fatto privato, che riguarda solo lui e il vicinato. Forse Lombardo non si è ancora reso conto che non è con i provvedimenti autoritari che si curano gli interessi dei siciliani, e dei ragusani sopra ogni cosa. E Ragusa non può subire decreti politici illiberali che prescrivono per il nostro territorio solo passi indietro nella corsa allo sviluppo e perdita continua di posti lavoro. Questo non è più tollerabile.

Bloccare Eni nei lavori di allestimento perforazione di contrada Tresauro, vuol dire chiudere definitivamente i conti con lo “sviluppo possibile” del nostro comprensorio, in un contesto di non salvaguardia delle vocazioni produttive della nostra provincia e di non tutela dell’occupazione.

A rischio oltre alle 39 unità di Enimed Ragusa anche le 100 e più risorse di Pergemine srl -contractor di Eni per le perforazioni in e off shore- già impiegate nei lavori di esplorazione di contrada Cammarana, da ricollocare nel progetto Tresauro. I lavoratori di Enimed e di Pergemine hanno già manifestato il proprio dissenso pubblicamente: pronti a mettere in campo azioni clamorose di protesta contro il nuovo blocco ai lavori del progetto Tresauro. Invitiamo pertanto Sua Eccellenza il Prefetto di Ragusa a voler convocare d’urgenza un tavolo tecnico-istituzionale per la vertenza in atto, affinché si possa affrontare questa delicata situazione, evitando problemi di ordine pubblico o tensioni sociali che finirebbero per non giovare ad una positiva soluzione della vicenda. Agli interessi particolari di questi lavoratori aggiungiamo quelli generali del territorio, entrambi devono essere sempre e comunque salvaguardati.

Pertanto invitiamo tutti i settori produttivi, l’ASI, CONFINDUSTRIA, la nostra classe politica, a ogni livello, ad attivarsi per risolvere una questione che oggi mette a rischio il lavoro dei dipendenti e dell’indotto di Eni in provincia di Ragusa, e che domani costringerà al fermo economico la crescita del Territorio. Il pericolo di perdere non solo l’ultimo pezzo di grande industria ma anche i piccoli insediamenti produttivi degli Iblei, per una volontà politica incomprensibile, è veramente serio.

 

Filctem – Paolo Rizza

Femca –   Giorgio Saggese

Uilcem  – Giuseppe Scarpata

 

 

 

I sindacati chiedono un incontro col Prefetto

La confusa vicenda sul rilascio autorizzazione e il successivo blocco lavori da parte della Regione Sicilia agli impieghi di Eni in contrada Tresauro, ha portato a un lungo e articolato confronto tra lavoratori e sindacato riguardante la problematica che sta investendo Enimed e il suo contractor Pergemine, con ricadute preoccupanti sul mantenimento dei livelli occupazionali.

Le scriventi OO.SS fanno appello alla signoria vostra affinché possa affrontare la delicata situazione dei lavoratori Enimed e Pergemine srl, per evitare problemi di ordine pubblico e/o tensioni che finirebbero per non giovare a una positiva soluzione della vicenda.

Pertanto, si chiede urgentemente la costituzione di un tavolo tecnico istituzionale per la vicenda Enimed Ragusa. Il blocco dei lavori di Eni ad opera del Governo Regionale, ha provocato da parte di Eni il blocco della commessa a grave danno dell’occupazione edell’economia dell’intera provincia.

Per quanto sopra, l’intervento e la costituzione urgente del tavolo tecnico con il contributo della SV servirà a definire le possibili soluzioni, in favore degli attori e per evitare sul nascere conflitti sociali.

Si allega copia comunicato stampa del 17/09/2010

Distinti saluti,

le segreterie di

Cgil –  Giovanni Avola

Cisl –  Vincenzo Romeo

Uil    Giorgio Bandiera

 

Filctem – Paolo Rizza

Femca –   Giorgio Saggese

Uilcem  – Giuseppe Scarpata

 

 

 

I lavoratori di Enimed pronti allo sciopero, relazioni sindacali al minimo storico


Finora si estraggono 350 metri cubi al giorno di greggio, ma potrebbero arrivare ad oltre mille, piano paesistico e Sovrintendenza permettendo, qualora dovessero essere realizzati gli altri pozzi «Tresauro 2» e «Tresauro 3», a fronte di relazioni sindacali con Enimed, ormai al di sotto del minimo storico. E se a questo aggiungiamo che le Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) sono scadute da ben 16 mesi in tutti i siti siciliani, compreso Ragusa, che rischia di restare fuori con la possibile nuova Rsu unica di Gela, il quadro che ne viene fuori è quello di un “territorio”, comprensivo non solo dei sindacati, ma anche delle istituzioni e della deputazione, che non riesce più ad incidere minimamente sulle scelte che compie Enimed o, meglio, dell’Eni più in generale nella nostra provincia.

Mercoledì 22 si sarebbe dovuto tenere un incontro con la società solo sul “caso Tresauro”, ma molto probabilmente slitterà per impegni contestuali dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. La Fulc (Federazione lavoratori chimici e dell’energia) ed i vertici sindacali, che aspettano ormai pazientemente da otto mesi, hanno chiesto un’ulteriore convocazione e sono pronti, qualora la prossima settimana non dovessero arrivare risposte, a convocare un’assemblea dei lavoratori per decidere eventuali azioni di protesta, pur di fare piena chiarezza nei rapporti complessivi con l’Eni.

La questione delle relazioni sindacali ha assunto, in questo contesto, aspetti anche grotteschi. Enimed si confronta, infatti, quasi esclusivamente con la Fulc del distretto di Gela, anche quando in ballo ci sono scelte che riguardano Ragusa, come quella prevista al Centro raccolta olio di Ragusa, che ha quattro esuberi per la chiusura del centro di Mostringiano, all’imboccatura del porto di Siracusa, con il conseguente trasferimento delle quattro unità in altri siti del gruppo estrattivo.

Una difficoltà di dialogo che non è stata certo migliorata dalle dichiarazioni rese a Palazzo dell’Aquila dall’amministratore delegato di Enimed Sicilia, Lorenzo Fiorillo, il 23 luglio di quest’anno quando, insieme al sindaco Nello Dipasquale, è stata presentata la nuova sistemazione di piazza Libertà. In quella sede, facendo riferimento alla presenza cinquantennale di Eni a Ragusa, l’amministratore delegato Fiorillo parlò degli impegni e delle collaborazioni della società con le imprese iblee, nei fatti invece tagliate fuori dalle commesse del gruppo, come contestano i sindacati. E, come se non bastasse, l’amministratore delegato di Enimed propose un nuovo “protocollo di relazioni sindacali”, che secondo le contestazioni di Fulc e Cgil, Cisl e Uil sono, invece, in buona sostanza, inesistenti.

Giuseppe Calabrese – Gazzetta del Sud –