Il settore non conosce crisi
di Redazione

Catania – Il turismo gay esiste e non conosce crisi, anzi, è uno dei segmenti di settore in crescita. A tal punto che in Italia, negli ultimi anni, sono nate agenzie di viaggio, tour operator, collegamenti marittimi e aerei e associazioni legate all’ente del turismo nazionale o regionale che si sono rivolti a questo target, in maniera esclusiva o come una delle tante nicchie di mercato da scoprire.
I NUMERI. Secondo le cifre fornite da Com.ma (Gay community marketing) gli omosessuali rappresentano tra il 5 e il 10% della popolazione mondiale; in Italia sono da 1,5 a 3 milioni di adulti tra i 18 e i 55 anni. Tutte le ricerche di mercato indipendenti concordano su alcune caratteristiche socioeconomiche comuni. In generale si riscontra una maggior disponibilità di reddito, circa il 30% in più rispetto alla media, dovuta, tra l’altro, a un’istruzione media più elevata e al conseguente accesso a una professione più remunerativa. Da non sottovalutare, poi, il fatto di avere molti meno figli rispetto ai loro coetanei etero. Dalle ricerche emerge una maggiore propensione al consumo con una minore attenzione ai prezzi. Ne consegue che i gay di mezz’età si sono ritagliati uno spazio di opinion leader nella cultura, anticipando, nelle mode e nel commercio di ultima generazione mode, usi e costumi.
«Discorso a parte merita il turismo – spiega Daniele Iannaccone, responsabile marketing di Gay.it – Questo segmento non risente della crisi perché per gli omosessuali il viaggio ha un valore di libertà al quale raramente si rinuncia. In Italia il giro d’affari equivale al 7% del fatturato complessivo di settore: una nicchia di mercato, se paragonato ad altri Paesi esteri, dove è ormai un segmento turistico al pari degli altri. Negli Stati Uniti genera acquisti per 610 miliardi di dollari, di cui circa 55 milioni solo per turismo. In Spagna, ad esempio, è stato calcolato che il turista gay spende in media il 30% in più degli altri, con una media di circa 130 euro al giorno».
IL CIRCUITO. Recentemente nel nostro Paese è nata l’Associazione Italiana del Turismo Gay & Lesbian che rappresenta tutta l’industria turistica, dalle agenzie di viaggi agli enti del turismo che rivolgono la loro attività al mondo Glbt. L’associazione, già legata alla Iglta (Associazione Internazionale del Turismo Gay & Lesbian), ha tra i suoi obiettivi primari quello di promuovere il turismo gay nel Belpaese e patrocinare progetti formativi, rivolti ad operatori del settore e alle istituzioni, riguardanti questo segmento «al fine di rendere l’Italia un paese turistico gay friendly – spiegano i responsabili sul loro sito internet – alla stregua delle principali capitali europee e del mondo». La meta preferita rimane l’isola greca di Mykonos, seguita a ruota dalle Canarie e dalla Costa Azzurra. L’Italia recupera terreno grazie a Torre del Lago, località vicino a Viareggio, in cui gli imprenditori gay e gay-friendly si sono organizzati nel circuito «Friendly Versilia», l’unico fenomeno turistico non convenzionale valorizzato da parte degli enti turistici locali e promosso all’estero con campagne pubblicitarie e azioni di comunicazioni mirate. Tutto ciò nonostante le iniziali ostilità dei partiti politici conservatori e le diffidenze della popolazione.
TURISMO GAY IN SICILIA. L’Isola da sempre ha esercitato un forte appeal anche tra gli omosessuali, che da sempre ne hanno fatto meta delle proprie vacanze. Nelle guide turistiche gay sono segnalate ben sette spiagge a piena vocazione omosessuale – Fondaco Parrino e Rocce Bianche (Me); Eloro (Sr); Eraclea Minoa e Selinunte (Ag); Calatubo e Sferracavallo (Pa) – attorno alle quali si è sviluppata l’imprese dell’accoglienza.
«Il turismo gay in Sicilia fa parte di un’antica tradizione di libertà e di inclusione che da sempre ha visto la nostra Regione culturalmente più avanzata rispetto alle altre – sottolinea il presidente nazionale di Arcigay, Paolo Patanè – Si pensi che sin dai tempi dell’Unità d’Italia lo Statuto Albertino, che prevedeva il “reato di omosessualità”, conteneva un’eccezione per le regioni meridionali (particolarmente per la Sicilia) in ragione delle sue peculiari tradizioni. A Catania, il Pegaso, nei primi anni Novanta, ha favorito la trasformazione della città in uno dei contesti più amichevoli d’Europa per le persone lgbt. Ancora prima a Taormina fece discutere il Perochè, locale dalla forte connotazione alternativa».
GLI ANGELI DI NOTO. Ma a parte la perla del Mediterraneo, il movimento gay ha scoperto la zona della Sicilia Sud-Orientale come testimonia l’esperienza di Giorgio, Lorenzo e Gregory, tre professionisti che da Parigi e dal Nord Italia hanno scelto di tornare in Sicilia per coniugare le loro passioni in «Come gli angeli», un centro culturale che raccoglie lettura, fotografia, gastronomia, design e convegni. «Il gusto del bello ha orientato fortemente le nostre scelte – spiega Giorgio Zazzo – con la nostra esperienza imprenditoriale siamo riusciti a far convivere felicemente la realtà del territorio con un nuovo flusso turistico assolutamente spontaneo. L’idea è quella di continuare a crescere con iniziative sempre nuove, per diventare un punto di riferimento rivolto ai siciliani che amano il buon gusto in tutte le sue forme».
STRANO CON IL BELLO. Il concetto di bello è lo stesso su cui punta l’assessore regionale Nino Strano, che chiarisce e ribadisce la sua volontà di incentivare il turismo omosessuale in Sicilia. «Il mondo gay coltiva il bello come essenza stessa della passione ed ecco perché sceglie la Sicilia. Tenere pulita una piazza, una strada o un’intera città significa rendere più appetibile lo stesso bene comune, cosa che non avviene quando regna il caos e la sporcizia. Ecco, oggi incentivare il turismo gay significa soprattutto curare le splendide bellezze architettoniche e paesaggistiche che abbiamo ereditato, ma allo stesso tempo bisogna creare degli investimenti imprenditoriali che non disperdano il bene economico altrove». E’ dubbioso, invece, sull’esperimento condotto dalla Regione Toscana che ha lanciato, sul proprio portale del Turismo, una sezione dedicata al gay friendly: «Si rischia di ghettizzare un fenomeno, sono invece per incentivare il turismo con atti e proposte concrete, come la cura e la salvaguardia dei nostri luoghi più belli».
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