Economia
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29/08/2014 09:36

Turisti a Modica, è dibattito sulle presenze

E' andata bene o male?

di Valentina Raffa

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Modica – A sentire alcuni operatori del settore turistico va benone, altri invece lamentano sofferenza. Come va forse non lo attestano solo i numeri inerenti le presenze, che potranno pure essere alti o nella media, quanto piuttosto il fatto se i turisti intendono tornare o no.
Da che dipende? In primis dai servizi. La bellezza di certi scorci modicani, tra campagne assolate, vicoli, mare e spiagge dorate è indiscutibile, come lo è quella dei monumenti, a cominciare dalle splendide chiese. Bontà e genuinità dell’enogastronomia, poi, sono fuori discussione. La cucina modicana va provata. Sui servizi è necessario lavorarci, a cominciare da quelli basilari, come la presenza di bagni pubblici. A lamentarne l’assenza era stato in un’interrogazione il consigliere Massimo Puccia, che aveva chiesto all’amministrazione di attivarsi per ovviare alla carenza di servizi al terminal bus di piazzale Falcone-Borsellino, dove arrivano pullman pieni di turisti.
Modica offre molto, ma ogni cosa va valorizzata. Seguire la massa, ovvero chiudere quando gli altri chiudono (basti pensare a Ferragosto quando persino l’ufficio turistico ha chiuso battenti) non fa la differenza.
Nella sua visita modicana effettuata nell’estate 2013 l’assessore regionale al Turismo Michela Stancheris aveva parlato di 6 progetti per 6 eventi finalizzati al rilancio del turismo, da calendarizzare in un anno per destagionalizzare il turismo in città. Che Modica non sia “solo” Patrimonio dell’Unesco, con i suoi importanti monumenti tardo-barocchi e le splendide chiese, lo ha toccato con mano anche la Stancheris. Ma si sta poi dando il massimo per promuovere la città? Dove sono i percorsi archeologico-naturalistico, monumentale, enogastronomico, quello alla scoperta delle tradizioni culturali e degli antichi mestieri, tutti percorsi che potrebbero attirare target diversi di turisti e visitatori?
Per fortuna resta Modica con le sue peculiarità. “Un paese in figura di melagrana spaccata; vicino al mare ma campagnolo; metà ristretto su uno sperone di roccia, metà sparpagliato ai suoi piedi; con tante scale fra le due metà, a far da pacieri, e nuvole in cielo da un campanile all’altro…” (Bufalino).