Cronaca
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14/06/2008 14:33

Un fucile a canne mozze e tre omicidi imperfetti

di Redazione

Un fucile a canne mozze e tre omicidi imperfetti. Il ritrovamento, giovedì sera, di un fucile a canne mozzate calibro 12 in un anfratto della cavuzza di San Guglielmo ha riproposto agli investigatori tre casi di omicidio, il primo dei quali è avvenuto addirittura diciotto anni fa. L’extracomunitario ucciso in un tabacchi a Marina di Modica, l’omicidio di Carmelo Alessandrello, in via Ganzirri, il 24 agosto del 1999, a Donnalucata, e quello di Daniele Rizzotto, il 19 settembre del 1999, in contrada Trillalici, tra Cava d’Aliga e Scicli, sono stati portati a segno con un calibro 12. Arma che non è mai stata ritrovata.

Sarà la perizia balistica che i tecnici della Polizia di Catania effettueranno a breve, a rivelare se l’arma ritrovata a Scicli è quella usata per uccidere queste tre persone. Qualcuno ne era custode, e ne affidava l’uso, forse dietro pagamento di una somma, ai vari “clienti”. Il fucile, intarsiato, è degli inizi del 900, le canne sono state mozzate, e di recente ben oliate, lo stato di manutenzione complessivo curato.

“C’è una classe delinquenziale emergente a Scicli”, spiega la dottoressa Antonietta Malandrino, commissario a Modica. Giovani insospettabili hanno intrapreso la strada del crimine. “Il livello di omertà è elevato, non è pensabile ad esempio che in occasione dei ripetuti incendi dolosi alle auto, che hanno matrici diverse, non ci siano mai testimoni oculari”.

Il Commissariato di Modica, su disposizione del Questore Oddo, non sta lesinando risorse ed energie per svelare piste investigative che possano far luce su episodi del passato e interrompere sul nascere fenomeni emergenti. Una ebollizione sotto traccia, quella degli ambienti criminali in città, dove ci sono giovanissime leve, in parte inconsapevoli della gravità della loro associazione a questi gruppi, pronte a dare nuova linfa alla criminalità locale.