Attualità
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24/09/2007 09:57

Un milione di euro per San Bartolomeo

di Redazione

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Un milione di euro per la messa in sicurezza della chiesa di San Bartolomeo. Conferenza stampa stamattina nella canonica della chiesa indetta dal capo del dipartimento della protezione civile di Ragusa, Chiarina Corallo, alla presenza dell’on. Orazio Ragusa, del sindaco Falla, di don Concetto di Pietro e dei confrati.
A dieci mesi dal distacco di alcuni stucchi dalla volta della chiesa (in seguito al quale si decise per la sua chiusura) è arrivato il finanziamento per la messa in sicurezza della volta e per rendere antisismica la struttura. I progettisti sono l’ingegnere Bartolomeo Schembri e l’architetto Rosanna La Rosa.
L’appalto, secondo quanto annunciato dall’ingegnere Chiarina Coralo, dovrebbe essere espletato entro un mese circa, mentre i lavori, stando al cronogramma, dureranno quindici mesi. La chiesa potrebbe essere restituita alla pubblica fruizione entro il 2009. Soddisfatti gli attori politici e istituzionali che, “in tempi record”, come ha riconosciuto il sindaco Falla, sono riusciti a portare a casa un milione dalla rimodulazione della legge 433 del 91. L’iter palermitano della richiesta è stato seguito passo passo dall’on. Orazio Ragusa.
Il presidente dell’arciconfraternita del Santissimo Crocifisso, Giovanni Gazzè, che ieri si trovava fuori sede, ha fatto pervenire attraverso il suo vice, il più sincero compiacimento per il risultato ottenuto. Si è deciso di trasferire sia il presepe ligneo settecentesco di Pietro Padula, sia la tela del Mattia Preti. La chiesa, durante il cantiere, non sarà visitabile, e ciò per renderne più celere il restauro. “Abbiamo preferito evitare il puntellamento, in seguito al distacco degli stucchi dell’8 novembre scorso –ha chiarito l’ing. Corallo- perché avremmo solo dilazionato i tempi di recupero senza agire in profondità per risolvere i problemi statici e strutturali soprattutto della volta dell’edificio ecclesiastico”.
La chiesa di San Bartolomeo era stata inspiegabilmente esclusa dalle rimodulazioni della legge 433 compiute nel 1999 e nel 2001. E dire che un ampio carteggio era stato predisposto da padre Di Pietro e dal presidente Giovanni Gazzè per denunciare le crepe della volta e la circostanza che dentro la chiesa ci sono infiltrazioni di acqua piovana.
Ora la buona notizia del finanziamento del recupero. Gli sciclitani dovranno tribolare altri due anni, per poter vedere nuovamente fruibile una delle chiese più belle della città, scrigno di tesori d’arte e meta di turisti che da dieci mesi a questa parte restano costernati quando scoprono che la chiesa è inaccessibile.