"Catania e Comiso non sono in concorrenza, ma si integrano sul territorio"
di Redazione
Catania – Pietro Agen, vice presidente nazionale e presidente regionale di Confcommercio e Rete Imprese: “Anziché trovarci di fronte a provvedimenti che aiutino l’economia e provino a rilanciarla, facciamo i conti con una serie di inutili e dannose complicazioni. Un esempio? Non ci erano ancora stati restituiti dalla Regione gli interessi per i prestiti Confidi fatti dal 2003 ad oggi. Finalmente la questione si sblocca, ma in parte. Cioè la Regione ha i soldi per rimborsare gli interessi dal 2003 al 2005. Ma non li ha tutti, dunque nei rimborsa, intanto, il 50%. Così bisogna avviare le procedure, lunghe e complicate, per recuperare queste cifre, spesso irrisorie per ogni singola azienda, ma avendo la Regione quei problemi economici bisogna avviare la procedura due volte, per il 50% prima e per l’altro 50% dopo. Per avere quei soldi, però, la Regione dice che non si può procedere con assegni, ma con bonifici, dunque altri costi. Un sistema burocratico folle, chiaro, no?».
Ma Agen oggi è un catalogo di esempi buoni per capire come vanno le cose. E procede: «Stanno varando il credito d’imposta, ma le assunzioni del settore del commercio sono escluse da quei benefici. Poi stanno pensando a quei voucher per stagisti, per mettere in moto un’altra macchina sforna-precari, senza avere ancora chiuso le partite precedenti. Ci chiediamo, ma che senso ha? Perchè, allora, non usare quei quattrini per pagare al 50% chi fa apprendistato autentico nelle attività commerciali, formando davvero lavoratori che al termini dei due anni sarebbero a carico dei datori di lavoro? E, aggiungo, si vogliono proprio creare precari? Allora si creino operai precari, quelli che potrebbero essere impiegati nei cantieri-lavoro, su cui investire fondi veri, non miserie».
Un rosario, doloroso, ma proviamo ad andare oltre, a gettare sul tavolo della speranza una carta da giocare. Ad Agen sta molto a cuore il turismo. Ha un cruccio, rispetto alla posizione del governo regionale, la linea di chiusura che il presidente Lombardo ha avuto e mantiene nei confronti dell’aeroporto di Fontanarossa. Ma Agen decolla verso un altro scalo.
«Al presidente Lombardo piace molto il nuovo scalo di Comiso, pare di capire. Molto bene, allora, anche se noi ripetiamo che Catania e Comiso non sono in concorrenza, ma si integrano sul territorio e a Catania bisognerebbe allungare la pista anche per puntare a farne scalo intercontinentale, la nostra proposta è chiara: la Regione chiuda i rubinetti degli sprechi, che sembra sempre aperto un po’ da tutte le parti, ed investa qualche milione sullo scalo ragusano chiudendo accordi con le compagnie low cost. Parliamo di un’operazione, da noi già messa in moto, che potrebbe portare nel giro di un anno a Comiso qualcosa come un milione di viaggiatori. Si tratta di fare quel che hanno fatto altri scali italiani, offrire un contributo per passeggero portato qui dalle compagnie, con il vincolo, per esempio, che resti nell’Isola per almeno sette giorni. Significherebbe sette milioni di presenze in un anno, ricadute immediate non solo nel Ragusano, ma in mezza Sicilia, nell’intero distretto del Barocco».
I contatti ci sono già, ci sono compagnie molto interessate a chiudere accordi su Comiso e, tanto per cominciare, dice Agen, potremmo discuterne con Wind Jet, una compagnia siciliana.
«Con Wind Jet, e anche con altre, naturalmente. Il vero modo per fare decollare subito e bene Comiso, per di più essendo scalo appena realizzato anche con la benedizione dell’Unione europea che non avrebbe nulla da obiettare all’operazione, è questo e pensate anche a che veicolo di export sarebbe. Ogni turista che viene qui spesso porta via prodotti tipici della gastronomia, dell’enologia, delle ceramiche d’arte. Moltiplicheremmo un export diretto in un batter d’occhio. E’ proprio così difficile sedersi ad un tavolo al più presto e discutere di questa grande chance?».
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