Lettere in redazione
|
09/07/2008 18:12

Una lettera. Il tubo sottomarino del depuratore fa le bizze

di Redazione

“Ieri sera alle 18, al lido Arizza, nello specchio d’acqua antistante il pantano, è stato avvistato un mostro marino di circa 800 metri per 1,50 di diametro. Il mostro in questione, che non è nuovo a sortite in quelle acque, si è inarcato sul dorso fuoriuscendo dai flutti per circa 30 metri in lunghezza. Uno spettacolo spaventoso per quanti in quel momento pescavano in quella zona. Fortunatamente non c’erano sub in immersione, o sono scappati via, e non transitavano mezzi marini di superficie. Avvertita prontamente, la capitaneria di porto ha fatto un sopralluogo. Il mostro era, però, ritornato negli abissi. La sua cattura è quindi rimandata. Il fondale sul quale riposa è infatti profondo mt 1,50. Le apparizioni del mostro sono periodiche e, già segnalate dall’estate scorsa, si verificano in relazione con l’aumento di pressione della stazione di pompaggio del Parf, il depuratore della fascia costiera. Il turismo è in aumento. Prossima apparizione prevista stasera alle 18. Non mancate. Mangia di tutto”.
E’ la lettera di Riccardo, un residente in contrada Spinasanta, tra Donnalucata e Cava d’Aliga, che ha denunciato alla Capitaneria di Porto di Pozzallo come il tubo sottomarino del depuratore, ogni sera, quando la spinta di pompaggio aumenta, si inarchi affiorando a pelo d’acqua. Un rischio enorme per le imbarcazioni in transito. Il tubo è lungo ottocento metri. La previsione originaria di un condotto più lungo fu stoppata dal Genio Civile Opere Marittime di Palermo, e nonostante la ditta spagnola Pridesa, che ha compiuto l’opera più costosa mai realizzata a Scicli, avesse acquistato tubazioni molto più lunghe, le stesse non sono mai state posate, per il divieto proveniente da Palermo.
Il tubo ha un diametro di sessanta centimetri, dovrebbe essere ancorato a dieci metri di profondità sotto il pelo dell’acqua, misura ottocento metri, più due appendici di cento metri ciascuna. Il tubo è stato posato in mare da un pontile, una nave attrezzata per questo genere di operazioni, affiancata da diversi sommozzatori, due anni fa, in estate.
Stando a quanto dicono i residenti, ogni pomeriggio, il tubo affiora per circa trenta metri, rappresentando un serio rischio per i bagnanti e per i natanti in transito, certo ignari del rischio cui possono andare incontro.
L’ipotesi più plausibile? Che almeno in un tratto il tubo abbia perso gli ormeggi e si sia divincolato, con il rischio che possa spezzarsi o essere tranciato da una barca in transito.
Negli anni scorsi si polemizzò a lungo sulla riduzione della lunghezza dello stesso, ma il Genio Civile Opere Marittime pose come condizione il ridimensionamento della lunghezza del tubo a mare.
Che ora affiora qua e là come un mostro marino.

Nella foto, un’immagine di contrada Spinasanta, dove sfocia il tubo a mare del depuratore, ripresa dal satellite