di Redazione

Modena – Contro l’abbuffata di messaggi sul telefonino, contro la bulimia di comunicazioni che ci rendono schiavi di display e tastiera, la Chiesa di Modena ha lanciato il digiuno degli sms.
Ogni venerdì di Quaresima, i fedeli di tutte le età sono invitati ad togliere le dita dal cellulare e a riflettere. Il ‘No sms day’, così è denominata ogni giornata fissata per l’originale ‘fioretto’, ha una duplice motivazione oltre a quella, che parrebbe scontata, dell’austerità in vista della Pasqua. «Le nostre dita che scrivono coi tasti — recita un volantino del Centro Missionario diocesano — corrono su un materiale, il coltan, fondamentale per la tecnologia dei telefoni e proveniente per l’80 per cento da una regione del Congo, il Kivu, dove la guerra civile ha causato oltre quattro milioni di morti negli ultimi dieci anni. L’estrazione e il commercio di questo minerale da parte di potenti multinazionali occidentali alimenta la guerriglia».
A questa causa umanitaria, se ne aggiunge poi una squisitamente relazionale. «Rinunciare all’uso degli sms — prosegue il volantino del particolare appello, cui hanno aderito il centro della Pastorale giovanile, l’Azione Cattolica e gli Scout a Modena — è anche un segno per ricordare l’importanza delle relazioni dirette». Viene insomma bandito, o per lo meno screditato, un modo di «konunikare» virtuale (così riporta l’appello, prendendo spunto dallo stile giovanile di scrittura) che tra abbreviazioni e sottintesi toglie sostanza al dialogo vero, quello faccia a faccia. «L’idea del digiuno da sms ci è già stata ‘copiata’ a Bari dall’emittente cattolica Tele Dehon — dice Francesco Panigadi, responsabile dell’animazione del Centro missionario modenese — e non può che farci piacere. E’ bene che se ne parli. La guerra in Congo è a malapena conosciuta dai più. Il nostro stile di vita può incidere sull’esistenza di intere popolazioni. Viviamo l’epoca di Facebook in cui si definisce ‘social network’ una rete di relazioni che in realtà non prevede la vicinanza con le altre persone».
L’astinenza da sms sembra già aver incontrato il favore di molti ragazzi modenesi. «La nostra è una piccola provocazione — afferma Panigadi — e non vuole demonizzare la tecnologia. Io stesso le sto parlando da un cellulare… Però abbiamo il dovere di scoprire i drammi che si nascondono nelle pieghe del nostro mondo». Domani l’arcivescovo di Modena, Benito Cocchi, ricorderà alla comunità l’importanza dell’iniziativa nel tradizionale appuntamento del martedì di Quaresima.
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