di Giorgio Caruso

Scicli – “A dire la verità attendiamo ancora la proposta, concreta, da parte del Comune di Modica dopo l’incontro svoltosi qualche settimana fa”. Così il sindaco di Scicli, Giovanni Venticinque, replica alle dichiarazioni rese dal primo cittadino modicano, Antonello Buscema, dopo la notizia dell’esecutività dell’ingiunzione di pagamento dei 6milioni 722mila euro richiesta dal comune cremisi nei confronti di palazzo San Domenico.
“Quando ci siamo incontrati – spiega Venticinque – abbiamo discusso circa la possibilità di avviare una transazione del debito. L’amministrazione comunale ci ha proposto un taglio di circa il 50 % del credito che vantiamo nei loro confronti, ma questo per noi è praticamente impossibile. Non siamo infatti una impresa o un ente privato che può rinunciare a tre milioni di euro. Decurtare questo credito – continua ancora il primo cittadino di Scicli – significa mandare al collasso il nostro comune. Ci eravamo comunque lasciati, in attesa di ricevere una proposta concreta ed ufficiale da parte dei colleghi di Modica, che ancora però attendiamo!”.
Così come posta da Giovanni Ventincinque, la vicenda si mostra come una sorta di “mors tua, vita mea”. Modica non può infatti, ad oggi, onorare il debito che risale al periodo di utilizzo della discarica sciclitana di contrada San Biagio. Scicli, di contro, fonda il suo bilancio sul credito vantato. Se Scicli “forza la mano” rischia di mandare in dissesto palazzo San Domenico, traendone come conseguenza una tempistica assai lunga per il rientro dal credito. Accettare, invece, una riduzione del credito vantato nei confronti di Modica, significherebbe per Scicli rinunciare a dei residui attivi in bilancio che farebbero “saltare il banco”. Pensare ad un braccio di ferro o ad una guerra di campanili è, oggettivamente, sbagliato. Certo è che i rapporti sono tesi.
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