di Redazione
Scicli – Questi appartamenti sono stati costruiti nel 1969. 40 anni fa. All’epoca nelle aree limitrofe facevano ancora la fiera boaria, ogni primo martedì del mese. C’era un campetto a ridosso della montagna, barbaramente deturpata. Ci venivano a giocare giovani promesse del calcio che ora siedono nei banchi del consiglio comunale. 40 anni fa, quando pioveva a dirotto, tutto diventava un mare di creta. La strada diventava grigia, le macchine si riempivano di schizzi di creta, le case erano inaccessibili.
In quella strada, 40 anni fa, non c’era la luce elettrica, l’illuminazione stradale si fermava alla fine di Corso Garibaldi. Tutto il viale I Maggio, la sera, era al buio. Ogni sera una fila interminabile di carretti tirati da asini e muli percorreva il viale I Maggio e poi continuava per Corso Garibaldi che non era ancora a senso unico. E quando pioveva a dirotto i carretti e gli animali scivolavano sul fiume di fango di creta che scendeva dalla montagna.
Oltre il palazzo detto “dello Svizzero” c’era soltanto un altra costruzione, quella che attualmente ospita la Coop. Non c’erano più case fino a Jungi.
Che scendesse un fiume di fango era naturale in un’area esterna alla Città.
In 40 anni quella stradina ha visto nascere e crescere politici. Consiglieri comunali con militanza decennale e candidati sindaci, persone vicine all’attuale amministrazione. Medici, avvocati, studiosi di chiara fama. Ha ospitato uffici pubblici e privati e tutti hanno dovuto convivere con il fango di argilla che impediva di entrare in casa e che depositandosi sul fondo stradale per settimane sporcava auto abiti e persone.
Siamo ormai nel 2009. Negli ultimi 40 anni si sono succedute decine di amministrazioni di tanti colori.
Si sono succedute richieste verbali, scritte. Raccolte di firme sono state presentate invano.
Persone che hanno superato gli ottanta, che faticano a scendere dall’auto in condizioni meteorologiche normali, come possono entrare nelle loro abitazioni?
In fondo potrebbero bastare due giornate di lavoro di due operai per far vivere dignitosamente, come tutti gli altri, gli abitanti di via Imperia.
Anche se lavanderie e autolavaggi da 40 anni ne traggono beneficio. Ortopedia per fortuna esclusa.
Riccardo Alfieri
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