di Redazione

Egregio signor Savà
nel suo editoriale dell’8-02-08, lei chiede scusa alla CGIL e al suo segretario Giovanni Avola, perché ha pubblicato nel suo blog il testo di un gruppo di lavoratori fuoriusciti dal sindacato per protestare contro la condotta dei suoi rappresentanti.
Motiva tali scuse attraverso una ricostruzione dei fatti che proprio non brilla per chiarezza d’argomenti, coerenza dei riferimenti e metodo d’ analisi : riferisce, infatti, d’aver svolto una”breve indagine” – sono parole sue- e d’essere giunto, “attraverso un più attento e documentato esame dei fatti”, a una conclusione sconvolgente: dietro la protesta dei dissidenti vi è probabilmente dell’ “altro”.
Cosa sia quest’altro lei lo tace, o meglio vi allude ( poco correttamente, per uno che aveva iniziato l’articolo con un esemplare manifesto del giovane inviato speciale).
Ci permetta, una caduta di stile professionale: una qualunque informazione giornalistica va sempre esplicitata, indicandone la fonte, l’autore, e ogni riferimento utile a rendere manifesto al lettore l’attendibilità o meno della notizia stessa.
Senza esplicitare alcunchè, viceversa, lei corre precipitosamente verso il suo sbalorditivo e immotivato finale. Scrive, se interpretiamo bene le sue allusioni, che dietro la protesta dei sette fuoriusciti si nasconde in realtà una lotta di potere e non una legittima rivendicazione sindacale.
Come lo possa sostenere è una responsabilità che lei si assume : ed è una responsabilità grave, egregio signore, poiché lei afferma cose su cui non si è dato neanche la briga di informarsi oculatamente, magari, chiedendo spiegazioni o intervistando qualcuno dei sette autori della protesta.
Evidentemente chi l’ha aiutata nel condurre questa breve e affrettata indagine le ha fornito prove così evidenti e dimostrative da non bisognare, a suo giudizio, d’ulteriori raffronti ed esami.
Ci chiediamo allora come mai lei non accenni a nessuna di queste evidenze in ciò che scrive. Mostrando, invece, un’esagerata enfasi quaresimale si cosparge il capo di cenere e si inginocchia all’altare della CGIL e del suo rappresentante sindacale, affermando, anzi, “desumendo” che “le colpe ascritte loro in quel documento non esistono”.
Ora, egregio signore, prima di impegnare in modo così penosamente sofferto la sua reputazione giornalistica abbia la cortesia e l’intelligenza professionale di ascoltare pacatamente quello che gli autori della protesta hanno voluto denunciare con la loro azione e con il loro scritto: non le appare francamente grottesco che sette persone ( cinque insegnanti e due componenti del personale ATA), alcuni iscritti da più di vent’anni al sindacato da cui fuoriescono, siano dei privilegiati burocrati, avidi di potere e di privilegi? Non le sembra decisamente ridicolo che decidano di dar voce pubblica a una protesta così settoriale ?
Ciascuno di noi ha dei motivi specifici personali di rilevante interesse pubblico, che abbiamo espresso in una nota ben precisa dove indicavamo ragioni generali e casi particolari per cui mettevamo in atto il nostro gesto: glieli riassumo a beneficio di quanti, lettori, vorranno farsene un imparziale giudizio.
Sono ragioni generali attinenti la contrattazione nazionale, l’accordo intorno al Welfare, l’aumento contrattuale degli stipendi nella scuola e le pensioni, la riqualificazione professionale del personale. Intorno a questi temi sa lei cosa ha organizzato il sindacato-scuola a Modica?
Due assemblee: la prima essenzialmente centrata sulla raccolta delle firme in favore del referendum sul Welfare ( che era l’interesse politico preminente dei sindacati), la seconda sullo stato delle trattative contrattuali ,tutto il resto silenzio. Non parliamo della situazione paradossale d’aver firmato un accordo, sbandierando gli aumenti ottenuti, senza che nessuno abbia ancora visto un soldo ( perché i soldi non sono stati previsti. NB A proposito di soldi: ha letto della crescita dei salari pubblici dal 2000 ad oggi? Non le sembra che le responsabilità del disastroso potere d’acquisto dei nostri stipendi ricada in parte su chi, in tutti questi anni, ha guidato il rinnovo dei contratti?).
Tutto questo le sembra un astruso e contorto pensiero, egregio Savà? Astrusa e contorta è caso mai l’azione di chi ha chiuso e concluso tali accordi senza neanche assumersi la responsabilità di renderne conto ai dipendenti.
E veniamo adesso alle “piccole questioni” , quelle ragioni più particolari che ciascuno di noi lamenta verso il sindacato. Le citerò alcuni casi che ci hanno riguardato: in una scuola di Modica il rappresentante CGIL R.S.U. convoca gli insegnanti per ascoltare le loro proposte in previsione della contrattazione d’Istituto; viene avanzata la proposta di scrivere come norma del regolamento interno che ogni insegnante non rivesta più di due incarichi e non sia incluso in più di due commissioni.
L’assemblea dei docenti approva e il rappresentante scrive l’appunto nell’agenda. Un mese dopo, a contrattazione avvenuta, nulla di questo appare nel documento firmato e concluso. Cosa ancor più sconvolgente il Dirigente scolastico, interpellato, dichiara di non aver neanche avuta posta in esame tale questione. Dimenticanza o omissione? Considerando il fatto che il rappresentante RSU rivestiva più di due incarichi e faceva parte di più commissioni, l’episodio inquieta ( o vogliamo credere che il conflitto d’interessi riguarda solo Berlusconi?).
Sempre a Modica, altro istituto. Un’ iscritta CGIL che ha problemi con il Dirigente scolastico si rivolge al proprio rappresentante RSU per avere tutela; si sente rispondere che il suo caso in quel momento finirebbe per turbare il Dirigente e guastare le buone relazioni sindacali. Terzo caso, che vede coinvolto il segretario provinciale CGIL.
Una dipendente ATA subisce un incidente e viene sostituita nel suo incarico. Al rientro in servizio, senza alcuna contestazione di servizio e buona educazione, le viene comunicato che il suo trasferimento ad altro incarico è definitivo.
Esistendo una precisa regola contrattuale che disciplina il trasferimento dei dipendenti ad altra mansione, l’impugnazione dell’ordine di servizio è il minimo che ci si possa aspettare. Investito della vertenza sindacale il segretario provinciale G. Avola prima dà rassicurazioni, poi nicchia, quindi firma una “Proposta delle OO.SS. relativa all’art.78 – Norme di rinvio – del C.I.A.S. a.s.2007/08 – Coda Contrattuale dell’Istituto in questione; che il giorno dopo rinnega, infine latita, fino a che ricompare per lanciare equivoci proclami per mezzo stampa ( dopo aver ricevuto notizia della contestazione dei propri iscritti).
Ecco i fatti, egregio Signor Savà, che, a dispetto delle sue circonstaziate analisi e più documentati esami di cui va parlando, mostrano le cose come stanno. Questi fatti consistono al di là di quanto lei ha scritto e voluto fare intendere, consigliato malamente, dimostrando una professionalità non certo irreprensibile.
Prima di oscurare il nostro documento, assolvere questo e quello, comminare giudizi senza fondamento e di scadere in una patetica e umiliante ritrattazione avrebbe fatto meglio ad ascoltare la nostra versione dei fatti.
Di fronte a questa precisazione, che speriamo vorrà degnare dello stesso spazio e considerazione assegnati al suo articolo, credo che lei abbia da presentare altre scuse nella pagina del suo blog, peraltro a quanto ci dicono seguitissimo da molte e sincere persone, appassionate al dibattito, a cui, siamo sicuri, lei non vorrà tacere la nostra versione.
Il rispetto delle regole, la deontologia professionale, la sua buona fede e i principi a cui ispira il suo ruolo di moderatore, ci fanno ben credere che avremo soddisfazione. In caso contrario la preghiamo di pubblicare quei resoconti documentati a cui accenna nella sua precedente conclusione.
Ne trarremo le dovute considerazioni.
Modica 10/02/2008 Giannì Marisa
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