La malattia può condurre anche alla morte
di Gazzettadelsud


Comiso – Fave off-limits nel territorio di Comiso. Lo stabilisce un’ordinanza emessa dal sindaco Giuseppe Alfano nella sua qualità di ufficiale sanitario. Il provvedimento si è reso necessario dopo la richiesta presentata dai genitori di un minore affetto da favismo, una malattia genetica ereditaria dovuta alla mancanza dell’enzima “G6pd”, che attacca i globuli rossi, provocando crisi anemiche che nei casi gravi possono condurre anche alla morte.
L’ordinanza prevede non solo il divieto di coltivare il legume, per altro assai diffuso sulla tavola dei comisani, ma prescrive anche l’apposizione di un cartello-avviso ai cittadini all’ingresso dei ristoranti e nei negozi che somministrano o commercializzano il vegetale. Tale obbligo non esiste se le fave sono vendute in confezione.
Chi non osserverà l’ordinanza sarà denunciato all’autorità giudiziaria e le eventuali coltivazioni verranno distrutte a spese dei proprietari. Tempi duri, dunque, per chi apprezza il legume che, cucinato in tanti modi, è uno degli ingredienti della cucina tipica delle nostre parti. In territorio comisano le piantagioni di fave non mancano e l’ordinanza potrebbe provocare effetti negativi sull’attività agricola.
Non sarà agevole per la Polizia municipale, inoltre, far rispettare l’ordinanza, che appare però un atto dovuto dopo la denuncia dei familiari del minore. Per le persone affette da favismo, patologia diffusa soprattutto nel bacino del Mediterraneo, costituisce un rischio non solo la semplice ingestione di fave, ma perfino l’odore o l’inalazione del polline durante il periodo dell’inflorescenza.
La prevenzione più efficace consiste, quindi, nell’assenza di piantagioni e di punti vendita del legume nelle zone frequentate dai “fabici”. Un’ordinanza come quella di Comiso è in vigore in molte città sarde dov’è vietato coltivare fave a meno di 300 metri dall’abitato.
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