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19/01/2011 00:21

Vincenzo Bellini morì avvelenato? Riesumatelo

La Destra è irrequieta

di Redazione

Vincenzo Bellini
Vincenzo Bellini

Catania – Come Federico II di Svevia o, volendo volare più basso, come il bandito di Montelepre Salvatore Giuliano, la cui tomba è stata riaperta il 28 ottobre scorso: adesso c’è chi chiede che anche la salma del compositore Vincenzo Bellini venga riesumata per scoprire nuove verità. Se le cronache ufficiali imputano il decesso del celebre catanese, la cui carriera fu stroncata a meno di 34 anni, a un’infezione intestinale, tra gli storici, e soprattutto tra romanzieri e biografi che di Bellini hanno provato a ricostruire la storia, non sono mancate le voci di chi attribuiva la sua morte ad un avvelenamento. Il compositore morì a Puteaux, vicino Parigi, il 23 settembre del 1835, ma il punto è: come morì? Fu davvero avvelenato? 

È per accertare questo punto e «rendere omaggio alla verità storica e porre fine alle diverse e contrastanti tesi finora sostenute dai tanti biografi, italiani e stranieri», che un gruppo di consiglieri de La Destra al Comune di Catania, Nello Musumeci, Gemma Lo Presti e Manfredi Zammataro, in un’interrogazione al sindaco chiede, appunto, che la tomba di Bellini venga aperta e la sua salma riesumata. «A distanza di 176 anni», sottolineano gli esponenti politici de La Destra, «rimangono ancora incerte le cause della improvvisa e prematura scomparsa del celebre musicista catanese Vincenzo Bellini, avvenuta vicino Parigi, all’età di 35 anni. L’autopsia eseguita tre giorni dopo», scrivono i consiglieri nell’interrogazione al primo cittadino, «non fugò il dubbio di un possibile avvelenamento del giovane compositore». 

Per questo i consiglieri catanesi sollecitano la riesumazione della salma del compositore della Norma, anche alla luce, si legge ancora nell’interrogazione, dei passi in avanti delle «indagini paleopatologiche multidisciplinari che hanno consentito di acquisire nuove verità storiche mediante l’esame dei resti ossei di alcuni famosi personaggi del passato: Federico II di Svevia, Giotto, Poliziano, Caravaggio, Pico della Mirandola». I tre consiglieri suggeriscono anche come coprire le spese per accertare la verità sulla morte di Bellini: procedere «d’intesa con la Chiesa catanese e con le altre istituzioni preposte, affinchè enti privati possano finanziare l’intervento». Bellini fu sepolto nel cimitero Père Lachaise, a Parigi, dove rimase per oltre 40 anni, vicino a Chopin e a Cherubini. Nel 1876 la salma fu traslata nel Duomo di Catania.