La vittima è la moglie 40enne
di Valentina Raffa
Scicli – Condannato a 6 anni e 3 mesi di reclusione lo sciclitano 46enne B. F..
Sul suo capo pendevano 7 capi di imputazione per 4 dei quali è stato assolto. La condanna è fioccata per i reati di maltrattamento in famiglia, aggravato dal fatto di avere commesso atti violenti in presenza dei figli minori, violenza sessuale, lesioni e percosse. La vittima è la moglie G.A., 40 anni, di Scicli. La decisione è stata assunta dal Collegio penale del tribunale di Ragusa che ha inflitto una condanna di poco inferiore alla richiesta avanzata dal Pm, Francesco Puleio, di 7 anni di reclusione. Ferro è stato condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, all’interdizione a svolgere la funzione di tutore, al pagamento delle spese processuali e alla parte civile, la moglie, rappresentata dall’avv. Antonino Rocca.
Una lunga storia che prende avvio circa 5 anni fa, quando iniziò la procedura di separazione tra i due coniugi, dopo una denuncia sporta ai carabinieri di Scicli dalla 40enne che raccontò di una serie di violenze subite da parte del marito. Violenze fisiche e psicologiche. Nel corso del procedimento è emerso come la donna, prima della denuncia, vivesse in una casa di campagna a stretto contatto solo con la suocera. Non poteva uscire, perché non aveva mai conseguito la patente di guida e doveva attendere il sabato per uscire con il marito. Quando scoprì di essere tradita, ebbe l’input per non subire più passivamente le angherie.
I minori – oggi il maschio ha 14 anni e la sorella ne ha 16 – furono affidati ai Servizi sociali e inizialmente collocati a casa del padre. Anche l’appello presentato dall’avv. Rocca alla Corte d’Appello di Catania non produsse l’effetto sperato e i minori rimasero dal padre per evitare ulteriori disagi dovuti al trasferimento. Fu il tribunale per i Minorenni di Catania a collocare la 16enne dalla mamma.
Durante questo periodo proseguirono le ‘ostilità’ tra i coniugi. Il padre aveva l’obbligo di accompagnare i figli a scuola, dove, presenti assistenti sociali e psicologi, avrebbero incontrato la mamma. Si interseca qui un’altra vicenda processuale, in quanto il ragazzino registrò la conversazione di un incontro pare su richiesta del papà. “Finalmente la mia assistita ha avuto giustizia – dice l’avv. Rocca -. Ha vinto dal punto di vista civilistico, con la separazione addebitata al marito dalla Corte d’Appello di Catania, e dal momento che vive con la figlia. E ora arriva giustizia per quanto subito dal punto di vista morale e fisico”.
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