di Redazione

Vivere a Vigata, sulle tracce del commissario Montalbano, percorrendo gli itinerari delle sue avventure, discutendone con l’autore Andrea Camilleri in diretta da Porto Empedocle, giocando con trame e finali delle storie, assistendo alle riprese sul set e perfino mettendo bocca nella delicatissima fase del montaggio. Tutto nel tentativo di accorciare l’attesa del ritorno della serie previsto per la prossima primavera. Ma non solo. Il sito «www.montalbano.tv», realizzato dalla Palomar di Carlo Degli Esposti con Pulsemedia, è attivo da due settimane e già conta un milione e 458 mila accessi, di cui l’80% italiani e il restante 20% suddiviso tra Svezia, Svizzera, Francia, Australia, Belgio, Germania, Brasile: «Il sogno è dare una casa comune a tutti gli appassionati, farli diventare parte dell’universo del commissario, non solo semplici fruitori di un prodotto finito». Da settembre i più preparati sul tema saranno premiati con bottiglie del nuovo vino «Montalbano Prestifilippo», proveniente dalla riserva del padre (defunto) dell’abile investigatore. L’ideale sarà gustarlo con una delle sue ricette preferite, quelle che, nelle prossime settimane, saranno messe a punto dai migliori ristoranti siciliani e trasferite sul sito.
Il forum conta già mille iscritti, le anticipazioni sulle storie saranno almeno un centinaio, tutte con il protagonista Luca Zingaretti impegnato a dialogare con i fan. Per chi avesse problemi di lingua, niente paura, il sito mette a disposizione un curatissimo dizionario dove si chiarisce che «addrumare» vuol dire accendersi una sigaretta, «babbiare» sta per scherzare, la «camurria» è una gran seccatura e il «firticchio» è una voglia improvvisa. Oltre a rivedere le puntate in archivio, i fan possono inviare videosaluti al cast, ma anche visitare i luoghi degli avvenimenti. Così si scopre che la famosa inquadratura degli esterni della Questura di Montelusa ritrae in realtà un angolo di piazza Italia, a Scicli, compreso tra i palazzi Penna e Mormino, che per la casa della prostituta Fatma ben Gallud, collocata nel quartiere arabo Rabàtu, nella Forma dell’acqua, il regista Sironi ha scelto come sfondo Portopalo di Capo Passero, piccola città di mare nell’estrema punta sud della Sicilia.
È anche possibile trascorrere un’intera giornata con il commissario, in giro nel ragusano, partendo dalla piccola spiaggia di punta Secca, teatro delle celebri nuotate mattutine, mangiando un boccone nella Trattoria da Calogero (che poi sarebbe «La Rusticana» a Ragusa Ibla), passeggiando davanti alla monumentale cattedrale di San Giorgio, andando a trovare il boss Balduccio Sinagra, residente presso il castello di Donnafugata fresco di restauro. Qui, in una ripresa fuori dal set, si può ascoltare Zingaretti che, indossando un piumino, ricorda che dall’inizio della lavorazione il sole si è fatto vedere una sola volta. Così il mistero di una delle fiction più amate della storia della televisione italiana si apre come un ventaglio davanti agli occhi degli appassionati, realtà e finzione si intrecciano in rete, il commissario è vivo o quasi, e gli spettatori, dice il produttore Carlo Degli Esposti, diventano «come uccellini che cinguettano appollaiati sui fili del telefono». Non più pubblico passivamente affascinato, ma parte integrante del panorama Montalbano.
Fulvio Caprara
La Stampa.it
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