di Redazione

Catania – Il carico di lavoro del Tribunale amministrativo regionale di Catania “rimane imponente e gravissimo a fronte di un ancora inadeguato organico dei magistrati e delle gravissime carenze di quello del personale di segreteria”. Lo afferma il presidente Vincenzo Zingales nella relazione inaugurale dell’anno giudiziario del Tar etneo.
“Il protrarsi di queste condizioni – osserva Zingales – non agevolerà certamente la riduzione del carico dei ricorsi pendenti in attesa di definizione con sentenza, con grave nocumento per l’ordinato servizio della giurisdizione amministrativa e per la ‘ragionevole durata’. Ovviamente – sottolinea il magistrato -in materia di procedimenti cautelari e sommari non si registra alcuna pendenza o ritardo significativi nell’erogazione della tutela per l’urgenza che li caratterizza”.
Zingales “torna a ribadire la permanenza del pericolo di grave pregiudizio per l’incolumità pubblica e privata derivante dal rilevato ‘deficit’ di sicurezza” e “declina ogni responsabilità al riguardo” e “denunciando alla pubblica opinione la situazione di insicurezza in cui versa la struttura” che ospita la sede del Tar di Catania.
“Lavoriamo come in un pronto soccorso: non lasciamo morire nessuno, ma la giustizia che ci troviamo ad amministrare è a due velocità, tra le tipologie di controversie ‘preferenziali’ previste dalla legge e quelle di ordinaria amministrazione”, dice Zingales.
I ricorsi nel 2008 sono stati 69.052, cioè 1.123 in più rispetto all’anno precedente. I magistrati in servizio sono passati da 19 a 20 ma l’organico previsto è di 25, con l’apertura di una quinta sezione del Tar a Catania.
“Non può sfuggire ad alcuno – osserva il presidente Zingales – che per contrastare la criminalità organizzata la risposta complessiva di giustizia dello Stato deve essere rapida ed effettiva non soltanto sul piano della repressione penale, ma anche su quello della eliminazione, da parte del giudice amministrativo, delle molteplici illegittimità amministrative ‘consumate’ dalle pubbliche amministrazioni, che oggettivamente possono favorire operatori economici in vario modo appartenenti o legati ai poteri della criminalità organizzata”.
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