di Redazione
Da profano della musica, dopo aver letto tutti le opinioni, le contrapposizioni, le divergenze che caratterizzano gli scritti sulle due bande locali, mi balzano alla mente alcune riflessioni e considerazioni.
La prima riflessione che, lì per lì, mi viene in mente è il paragone che può essere fatto con i partiti politici e con gli uomini politici in particolare.
Non trovate come la conflittualità tra i due corpi bandistici rispecchi, in un certo senso, la contrapposizione tra le diverse fazioni politiche? Tutti hanno ragione, tutti sono i migliori, tutti vogliono cambiare lo status quo ma, alla fine, tutto finisce in una bolla di sapone.
Ma qui non voglio trattare di politica, bensì di musica.
Come detto, non conosco la musica, nel senso che non conosco il pentagramma (ho studiato qualcosa alle scuole medie), non so leggere le note, non riesco minimamente a suonare qualcosa, eccezion fatta per il citofono e il clacson della mia vettura, però mi piace ascoltarla. Quasi tutti i generi, dalla classica, alla sinfonica, leggera, jazz, fusion, etc. (tranne quella che fa un rumore assordante e che, in verità, musica non è), perfino quella bandistica. Come amo seguire la politica locale, allo stesso modo seguo anche le nostre fantastiche trazioni locali, dal periodo pre-natalizio dell’Immacolata con le sue canzoncine, passando per S. Giuseppe, la Settimana Santa, Pasqua, e finendo con la festa delle Milizie. Giocoforza ascolto anche la musica eseguita dalla banda locale, prevalentemente la Busacca, sporadicamente della Borrometi.
A questo proposito ritengo che il pensiero che a breve esprimerò sia super partes, obiettivo ed imparziale, basato su quelli che sono i fatti, e cioè, fino ad oggi, per banda di Scicli si è sempre inteso la P. Di Lorenzo Busacca.
Il sondaggio commissionato dal Moderatore del favoloso mondo di sciclinews.com, mi permetto di dire, ha scoperto l’acqua calda. L’invidia è l’aggettivo che meglio si addice allo sciclitano e, aggiungerei, ci sta anche un pizzico di presunzione.
Ogni cosa di buono che qualcuno fa a Scicli deve essere subito disprezzata, invidiosamente criticata, distrutta, insomma infangata.
Vorrei fare qualche appunto a coloro che patrocinano sia la banda Borrometi che la Busacca. I patrocinatori della Borrometi peccano di eccesso, di presunzione. La vostra percezione della realtà vi porta a ritenere che un embrione possa essere considerato già un essere umano. Questa formazione sta appena nascendo e, pertanto, non potete arrogarvi il lusso di affermare una posizione già consolidata, tanto più se si pensa che quelle poche volte che lo scrivente vi ha ascoltati, compresa la Pasqua dello scorso anno, gli unici strumenti che suonavano e che in lontananza si sentivano erano le percussioni, oltre a qualche tromba che veniva maltrattata.
La stessa cosa non può ripetersi per i vostri, oramai, affermati avversari. Dai numerosi elementi di giudizio in mio possesso posso affermare, che a parte qualche defaiance musicale, il loro curriculum è abbastanza corposo. Non seguo direttamente questo gruppo, ma, uno per tutti, voglio portare alla memoria degli smemorati, la Pasqua del 2006 con Vinicio Capossela. A me non interessa sapere come si è arrivati a tanto. La cosa veramente importante è che un cantautore, capitato, forse per caso, a Scicli, ha assistito alla festa dell’Uomo Vivo, ha ascoltato l’inno a Busacca, ci ha scritto una canzone che ha girato l’Italia, ha registrato quel brano con la banda Busacca, ha suonato a Scicli per la Pasqua del 2006 assieme alla stessa banda Busacca, a Roy Paci, ha portato quel pezzo al concerto del 1° maggio a Roma, indossando la cd. giacca rossa e cappello con piuma bianca (che poi bianca non è!) della banda di Scicli. Per cuorisità andate a fare un giro su internet, digitando “Vinicio Capossela, Scicli, Pasqua 2006″ e vedete cosa ne viene ancora fuori! Oh, e tutto questo vi sembra poco!
E ancora. Ho assistito ai concerti di capodanno della banda Busacca diretti dal M° Barone. Lo so che parecchi concittadini non sanno chi è il M° Barone. Egli è, modestamente, solo uno sciclitano che suona la tromba presso la Banda della Polizia di Stato. Non è mica un pinco pallinus. E questo vi sembra ancora poco!
La realtà e che lo sciclitano ha la memoria corta e ha già dimenticato queste cose.
E’ sufficiente che la sera di Pasqua arrivi un altro gruppo di musicisti che, non me ne vogliano i componenti della banda Borrometi, fanno un po’ di rumore, suonano il favoloso Inno a Busacca a 75 giri, con delle modifiche apportate in spregio al genio di chi ne fu il compositore, ed ecco che gli sciclitani dimenticano tutto e tutti.
In conclusioni, cari ragazzi componenti le due bande, illustri organizzatori della festa di Pasqua, con molta onestà intellettuale, come disse qualcuno illo tempore, diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio.
Cordialmente.
Il piccolo osservatore
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