Palermo - «Cara Maestra abbiamo perso» è il titolo del primo album del giovane cantautore palermitano Di Martino, in uscita il 26 novembre e prodotto dall'etichetta indipendente Pippola Music di Firenze. Ed è proprio nella capitale toscana che, accompagnato dagli altri due componenti della band, Simona Norato (piano e chitarra) e Giusto Correnti (batteria), tutti palermitani, l'artista il 14 dicembre presenterà al pubblico e alla stampa il suo disco d’esordio.
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Nel disco ci sono alcune collaborazioni eccellenti, come quella con «Le luci della centrale elettrica» ed Enrico Gabrielli, l'ex polistrumentista degli Afterhours. Ad influenzare il giovane cantautore ci sono alcuni grandi della musica italiana come Lucio Dalla e Rino Gaetano. «Cercasi anima» è il singolo che introduce all’album, filo rosso del lavoro i problemi della generazione dei nati dagli anni ’70 in poi.
«Tutto il disco è una dissertazione», racconta il cantautore, «sul concetto di perdita, già, perché la mia generazione ha perso rispetto alla generazione passata, non troviamo lavoro, non compriamo case eppure i talenti ci sono. Quello che mi fa credere che c’è ancora speranza però è che i ragazzi si sposano ancora, anche se con un contratto a tempo determinato e nascono in continuazione associazioni che portano avanti valori importanti. Per questo credo che alla fine ce la faremo».
Chi è Di Martino
Antonio Di Martino ha militato per anni nei Famelika, gruppo storico palermitano , prima di cambiare rotta (e nome).
Cara maestra abbiamo perso, registrato insieme a Giusto Correnti e Simona Norato è una dissertazione sulla perdita dell’innocenza e un’introduzione all’inadeguatezza dell’età adulta tipica della nuova generazione («sui banchi di scuola abbiamo perso»).
I temi: le anime perse in un archivio comunale, l’omocidio di Capossela, il relativismo disilluso, l’amore precario, la Sicilia come isola europea, le fabbriche del nord che si inventano operai, Pasolini, la Panda, i leoni drogati dello zoo. Dimartino
descrive coniugando eleganza melodica e asprezza rock, con una voce intensa e ruvida in cui è impossibile non immedesimarsi.
Impreziosito dagli interventi di Vasco Brondi (duetto in Parto), Enrico Gabrielli, Alessandro Fiori, e prodotto dal conterraneo Cesare Basile, il disco di Dimartino si presenta come un’opera di contenuto adulto e complesso, pur mantenendo una forma canzone all’italiana.