Una bella lezione di cinema del critico catanese del Tg1
di Stefania Pilato


Modica – È stato presentato da Silvia Ventimiglia, nella sede dell’Unuci, “L’orologio di celluloide”, ultima fatica letteraria di Piero Isgrò, giornalista catanese che ha dedicato la sua professione, dentro e fuori dalla redazione Rai del Tg1, alla cultura e allo spettacolo.
Con atmosfere che ricordano “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, Piero Isgrò, racconta la sua vita attraverso i ritratti di quarantuno attrici americane che hanno popolato gli schermi cinematografici tra gli anni ‘30 e gli anni ’50.
Non un saggio critico, ma un sentito omaggio al cinema, al quale Isgrò riconosce il grande merito di aver contribuito a far dimenticare la guerra, che va a intrecciarsi con il racconto di una vita e di un’epoca.
“Ero un ragazzino e mi innamorai del cinema andando con i miei genitori a vedere film anche in terza visione. Era un’epoca – ha spiegato l’autore – in cui i genitori parlavano con i figli e i figli ascoltavano. Si tramandavano i valori e non è un caso se ho amato Greta Garbo. L’ho amata perché l’amava mio padre e attraverso mio padre me ne innamorai anche io”.
Sull’onda della nostalgia per l’infanzia e la scoperta di un mondo onirico che in età matura si è trasformato in professione, Isgrò lega insieme dive hollywoodiane, amici e familiari sullo sfondo di una Catania resa romantica dal suono degli organetti.
“Per capire le cose – ha concluso Isgrò – ci vuole intelligenza, ma è il cuore che ci fa andare veramente in fondo alle cose. E il cinema è stato il cuore della mia intelligenza”.
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