Attualità
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10/08/2011 14:41

Rave party, musica, baccano, e voglia di dormire. L’estate sciclitana

La guerra tra Guelfi e Ghibellini. La movida sciclitana

di Vittoria Terranova

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Movida sciclitana: la nera, la bionda, la rossa
Movida sciclitana: la nera, la bionda, la rossa

Scicli – Venti chilometri di costa, quattro borgate, Scicli è il Comune che in termini quantitativi ha l’affaccio più consistente sul mare in provincia di Ragusa.

E ogni borgata è una storia a se. Playa Grande, la più “ragusana” delle frazioni, un tempo era villaggio turistico privato, poi le aree pertinenziali furono cedute al Comune. I residenti. “Siamo figli di nessuno, la spiaggia è sporca, le zanzare ci tormentano. Forse è solo perché siamo ragusani, non votiamo a Scicli, e al Comune non interessiamo”. Ma da palazzo di città replicano: la disinfestazione e la pulizia straordinaria è stata fatta, piuttosto ci sarebbe da discutere sui passai carrabili, molti dei quali abusivi, nel senso che non sono dichiarati e pagati. Una buona notizia: quest’anno il rave party a Playa non l’hanno fatto. Due anni fa scoppiò una guerra notturna tra gli organizzatori e i residenti. Giovani rasta della borgata ogni anno organizzavano in abusivismo totale una festa rap o reggae che fosse, in spiaggia. I residenti, appena si accorgevano dell’arrivo in spiaggia delle casse di amplificazione, chiamavano il 112, il 113, il 115. E le fiamme della festa venivano spente. Quest’anno la festa l’hanno spostata al Pata Pata di Sampieri, stavolta con tutte le licenze. Playa ha nel nome un destino: la spiaggia anticipa e comprende la foce del fiume Irminio, riserva naturale protetta. E’ uno dei lidi più incontaminati del Sudest. Qui, il 28 agosto 2007, stazionò un giorno intero, col suo yacht, Giorgio Armani.

Donnalucata ha addirittura due spiagge, a ponente e levante. La notizia però è che è stata revocata la licenza per fare musica di notte allo chalet che faceva pagare un prezzo d’ingresso per regolamentare le centinaia di giovani che vi si riversavano. Era autorizzato per 164 persone, ne hanno contate un migliaio dentro e intorno. I due partiti, residenti in cerca di sonno, e giovani in cerca di movida si insultano su internet nei siti di aggregazione d’opinione. “Paese per vecchi”, “non volete lo sviluppo e l’occupazione”, da un lato, e il classico “abbiamo diritto di riposare”, dall’altro.

Meno problematico il caso di Cava d’Aliga-Bruca. Fra le borgate  è quella che ha subito, nel corso degli ultimi tre decenni, un processo di decadenza evidente. Da Cava d’Aliga la sera si parte alla volta delle altre borgate. Problema irrisolto: la spiaggetta chiusa da qualche anno per un pericolo crollo massi. Il Genio civile opere marittime non ha ancora finanziato il disgaggio dei massi pericolanti, mentre a complicare le cose si è messo un contenzioso tra il Comune e un privato per un terreno. Spiaggetta chiusa e inaccessibile.

Ultima, ma non ultima, Sampieri. La riserva della Forestale ha preservato la spiaggia dall’abusivismo su duna che ha caratterizzato la costa di Scicli nel tratto tra Cava d’Aliga e Donnalucata. E’ il posto più “in” dove andare. Perché il centro storico ha preservato il carattere di borgo dei pescatori, per la spiaggia a semicerchio che culmina con il rudere della Fornace Penna, la mannara del Commissario Montalbano, perché è moderna e antica insieme. I due chalet nel fine settimana diventano polo catalizzatore della movida iblea e del basso siracusano. Lo scorso sabato si sono contate diecimila presenze, nella borgata, durante il corso della notte.

Anche qui negli anni scorsi la convivenza non è stata affatto semplice. C’è un gruppo storico di villeggianti che rimpiangono la borgata tranquilla degli anni ottanta, quando di notte ci si annoiava beatamente, ma Sampieri da poco più di un decennio è moda, movida, struscio.

Infine, una notazione sui Vip. Dai primi anni duemila Playa è stata meta delle vacanze di Aldo Baglio, del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo. Donnalucata, da oltre trent’anni è il buen retiro di Alda Fendi. Sampieri, da questa estate è la spiaggia di Piero Pelù dei Litfiba.

L’equilibrio tra riposo e movida è precario. Qui come altrove si scontrano generazioni e modi di vivere l’estate. Luoghi, strade, dimensioni, pensate per due, tremila persone, che nei giorni caldi diventano meta di diecimila anime, che sia notte, o giorno. E nell’equilibrio precario si gioca la partita di un territorio ricco, sfaccettato, contraddittorio.