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19/04/2012 22:28

La Lega, i diamanti e il monito di Isaia: Sentinella, quanto della notte?

L'interrogativo di Don Dossetti davanti alla Notte della Repubblica

di Redazione

Rosy Mauro
Rosy Mauro

Un’incertezza, un crepuscolo mattutino.
“Sentinella, quanto…di notte?”
Il verso è misterioso. Tradotto significa: “Sentinella, a quanto della notte, a che punto è la notte?”
Isaia vive 2800 anni fa, a Gerusalemme, è un rompicoglioni, un Beppe Grillo ante litteram, dice di essere un profeta e minaccia l’Ira di Dio.

Nel libro dell’Antico testamento che porta il suo nome si concede inaspettatamente una pagina di grande poesia. E di speranza.
La notte volge al termine, l’alba non è ancora arrivata, l’atmosfera è sospesa, un viandante chiede a un soldato di guardia: “Sentinella…quanto di notte?”.

 

“Mi gridano da Seir
Sentinella, quanto resta della notte?
Sentinella, quanto resta della notte?
La sentinella risponde:
Viene il mattino, e poi anche la notte;
se volete domandare, domandate,
convertitevi, venite!”
Isaia 21,11-12 

La risposta è criptica.
C’è un messaggio religioso: convertitevi, venite.
Ma la risposta della sentinella è anche laica: se volete domandare, domandate, ritornate, insistete.
Il senso della vita è nella ricerca del senso della vita. La risposta è nel domandare.
“Cercate, domandate, insistete”.

 

Nel 1994, con la discesa in campo di Berlusconi, don Giuseppe Dossetti, guardando alla Notte della Repubblica, rispolverò le parole del profeta Isaia: “Sentinella, quanto resta della notte?”.

Nell’Italia che affonda negli scandali al luccichio dei diamanti della Lega, la domanda è attuale: quanto….di notte ci resta ancora da vivere?

In ebraico, “Sentinella…quanto di notte?”, si dice “Shomèr ma mi-llailah”, ed è il titolo di una delle più belle canzoni di Francesco Guccini.

“C’è sempre stata, pudica, sottile, nelle mie canzoni, una domanda sull’infinito, sul senso ultimo delle cose –dice Francesco-. Ma da agnostico, da vago panteista e spiritualista quale sono, da uomo che non crede nell’esistenza dell’anima ma forse coglie un fondo di infinitezza, di immortalità nel nostro destino, mi fermo alla domanda, all’interrogativo. L’importante è, però, che questa domanda non cessi mai, perché è uno dei sintomi preziosi della nostra vitalità come uomini”.

 

 

 

Shomèr ma mi-llailah

 

La notte è quieta senza rumore, c’è solo il suono che fa il silenzio

e l’ aria calda porta il sapore di stelle e assenzio,

le dita sfiorano le pietre calme calde d’ un sole, memoria o mito,

il buio ha preso con sè le palme, sembra che il giorno non sia esistito…

 

Io, la vedetta, l’illuminato, guardiano eterno di non so cosa

cerco, innocente o perchè ho peccato, la luna ombrosa

e aspetto immobile che si spanda l’onda di tuono che seguirà

al lampo secco di una domanda, la voce d’ uomo che chiederà:

 

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell

shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell

shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell…

 

Sono da secoli o da un momento fermo in un vuoto in cui tutto tace,

non so più dire da quanto sento angoscia o pace,

coi sensi tesi fuori dal tempo, fuori dal mondo sto ad aspettare

che in un sussurro di voci o vento qualcuno venga per domandare…

 

e li avverto, radi come le dita, ma sento voci, sento un brusìo

e sento d’ essere l’ infinita eco di Dio

e dopo innumeri come sabbia, ansiosa e anonima oscurità,

ma voce sola di fede o rabbia, notturno grido che chiederà:

 

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell

shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell

shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell…

 

La notte, udite, sta per finire,

ma il giorno ancora non è arrivato

sembra che il tempo nel suo fluire resti inchiodato.

Ma io veglio sempre, perciò insistete,

voi lo potete: ridomandate!

Tornate ancora se lo volete, non vi stancate!

Cadranno i secoli, gli dèi e le dee,

cadranno torri, cadranno regni

e resteranno di uomini e idee polvere e segni.

Ma ora capisco il mio non capire,

che una risposta non ci sarà

che la risposta sull’avvenire

è in una voce che chiederà:

– Shomér ma mi-llailah?

Shomér ma mi-lell?

Shomér ma mi-llailah, ma mi-lell?

 

 

Ascolta “Shomér ma mi-llailah?” 

 

Nella foto, Rosy Mauro