Alcuni legittimi dubbi
di Redazione


Modica – Avevamo tentato di spiegare cosa stesse accadendo nel mondo delle banche di credito cooperativo siciliane, alla luce delle inchieste della Magistratura che stanno allargando il magma dell’investigazione nel settore. Sotto la lente d’ingrandimento i controlli dalla potentissima Federazione siciliana delle Bcc, organismo ispettivo il quale, in linea di principio, dovrebbe ragionare insieme alle altre autorità di vigilanza su un più efficace sistema di tutela dei risparmiatori.
Il dogma era questo: azzerare il valore della banca in maniera tale da rendere inevitabile la cessione, a zero o quasi, con perdita di diritti e del capitale per i soci. Una fotografia impietosa, accresciuta dai roboanti annunci degli sceriffi del credito e dal pernicioso sistema relazionale.
Che tirasse una brutta aria nel mondo delle Bcc lo avevano capito anche i circa 2 mila soci della Banca della Contea di Modica. Era il 2014 quando la BCC di Regalbuto tentò di acquisire la Banca della Contea, con un accordo al 10/15% del valore delle azioni, evidentemente grazie alle magagne di alcuni banchieri architettate nel silenzio della Vigilanza.
Una attenta governance, dirigenti con la schiena dritta e soci pazienti seppero disinnescare una bomba sotto l’economia iblea. Questa sorprendente e insistita volatilità dettata dall’offerta della banca di Regalbuto, servì più a drammatizzare il dibattito che non a rappresentare il quadro esatto dell’effettivo valore della banca modicana. E in effetti, a conferma di ciò, un altro istituto storico siciliano, la BCC Toniolo, appena qualche settimana fa, ha concluso il processo di aggregazione con l’istituo modicano. Il valore? Stavolta il 55/60% da riconoscere ai soci. Lecito chiedersi a questo punto: o la Banca Toniolo è un istituto di beneficenza o la Banca di Regalbuto aveva piani d’intervento tutti da decifrare.
Sarà la Magistratura, a questo punto, a chiarire se sussitono danni patrimoniali in capo alle BCC siciliane.
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