Lugano - Mina canta in duetto con Paolo Conte un brano in napoletano intitolato «'A Minestrina». Racconta la passione di due anziani che si consuma con una buona zuppetta condivisa. «Lui ha telefonato, mandato il provino e cantato - spiega Massimiiano Pani, figlio primogenito, 48enne di Mina -. Mamma ha subito accettato di buon grado». Quanto al titolo dell'album pubblicato oggi, «Maeba» è, almeno per ora, un enigma di cui non viene svelato l'arcano. Si tratta di qualcosa che ha a che fare col disco. Potrebbe trattarsi di un acronimo o un anagramma. Mina compie gli anni fra due giorni. Saranno 78.
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Nel disco pubblicato oggi «Il mio amore disperato», un tango (parole di Paolo Limiti) suonato da giovani jazzisti. C'è poi «Il tuo arredamento», una notte d'amore in una casa dall'arredamento molto, molto essenziale. Da segnalare il brano «Un soffio» scritto da Boosta (Subsonica), e due cover: «Last Christmas» di George Michael, e «Heartbreak Hotel», improvvisata con lo stile essenziale del Presley delle origini.
Mina mantiene fede a una strategia che in questi anni ha alimentato l’alone di mistero. Lei non c’è mai, o meglio, c’è un ologramma che la raffigura.
Massimiliano Pani, produttore e arrangiatore: «Solo lei poteva essere così matta da fare certe scelte. È un album molto vario, scritto con stili diversi, dove lei ha fatto scelte, anche coraggiose, che non t’aspetti». «Lei è l’unica artista che ascolta tutto e sceglie quello che le piace, per questo le scrivono. Lei è il talent scout più forte che c’è in Italia».
Mentre nell’ultimo album con Celentano Le migliori Mina aveva virato sul pop, qui si sbizzarrisce divertendosi a giocare con la voce dalle ballate romantiche al rock, dal tango all’elettronica. Ne risulta un album piacevole e, coerente pur nella varietà, che si apre con l’emozione malinconica di Volevo scriverti da tanto scritta da Moreno Ferrara per passare al tango Il mio amore disperato, musica dello storico Alberto Anelli (L’importante è finire) con testo dello scomparso Paolo Limiti. Per poi puntare ancora sui giovani, come l’autore Federico Spagnoli e il jazzista Ugo Bongianni in Ti meriti l’inferno, fino a un brano definito da Pani «incantabile», Il tuo arredamento di Francesco Serafini con un arrangiamento rock secco alla Negramaro dove la voce sale su acuti davvero inimmaginabli.
Nella ballata Al di là del fiume presenta un inedito del grande paroliere genovese Giorgi Calabrese (E se domani tanto per dirne una) scomparso nel 2016 , la voce ringiovanisce, sempre più cristallina. A chiudere il disco un esperimento davvero "alieno" con il brano elettro-onirico Un soffio di Davide Boosta de Leo dei Subsonica.
«Mia madre è l’artista più moderna che abbiamo» aggiunge con orgoglio Pani che non esclude una "riapparizione" di una donna di spettacolo completa che per scelta lasciò la tv negli anni ’70 «per una scelta di libertà, in quella Rai non si dialogava più con artisti ma con i politici» dice Pani. Tornare in concerto? «Ogni tanto se ne parla per con lei. Ma dovrebbe essere un progetto speciale legato alle nuovissime tecnologie. Per ora lei sta benone così».