Mal di burocrazia
di Redazione

Catania – “Mi telefona un caro amico, che è un importante dirigente della Vodafone. Mi dice che l’azienda aveva deciso di girare sull’Etna il suo nuovo spot video da lanciare sui mercati. Così, mi spiega, era stata inviata una richiesta ufficiale e protocollata alla direzione del Parco dell’Etna, in cui veniva detto che, ovviamente, tutto sarebbe stato girato e realizzato a spese dell’azienda, che lo spot tendeva ad usare il grande e universalmente riconosciuto fascino del vulcano e che, quindi, inevitabilmente sarebbe stata una bella occasione di promozione anche per il territorio”.
A parlare è il sindaco di catania, Salvo Pogliese. “A quel punto il mio amico mi spiega che per circa due settimane la direzione della Vodafone, e gli uffici che avrebbero dovuto avere l’ok per avviare la macchina della produzione, attendono inutilmente. Dal Parco, stranamente, nessuna risposta”. Risposta che, però, arriva al sedicesimo giorno con i destinatari della e mail che non credono ai loro occhi. Un funzionario del Parco, infatti, si limita a rispondere che, fatte alcune verifiche sullo statuto dell’ente, «si ritiene la richiesta non accettabile, dunque viene respinta».
Pogliese dice all’amico che parlerà immediatamente con i vertici del Parco, per capire cosa diavolo possa essere successo e che cosa si possa fare per evitare di perdere quella straordinaria opportunità di promozione. Pogliese lo fa, l’indomani, però, l’amico lo gela.
“Salvo, due giorni fa la direzione dell’azienda ha inviato la richiesta di autorizzazione per girare lo spot alla Regione Trentino. Sai com’è andata? E’ andata che due ore dopo, due ore dopo, è arrivata la risposta, ovviamente positiva”.
“Si debbono fare i conti anche con situazione come queste – dice Salvo Pogliese – con persone che, probabilmente, non si rendono nemmeno conto del danno che possono arrecare ad un ente pubblico e, di conseguenza, ad un intero territorio. Quanti milioni di euro di promozione può valere per la nostra montagna uno spot della Vodafone? Se non dovessimo riuscire a convincere l’azienda a tornare sui suoi passi e girare lo spot qui, chi risarcirebbe il danno subito?”.
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