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10/04/2019 17:12

Il delitto Mattarella, un film di Aurelio Grimaldi, modicano

Con Leo Gullotta

di Redazione

Il delitto Mattarella
Il delitto Mattarella

Palermo – Aurelio Grimaldi (Modica, 22 novembre 1957) presenta “Il delitto Mattarella” di cui ha concluso ieri le riprese a Palermo finanziato da Sicilia Film Commission – Sensi contemporanei con un bando del 2016. 

Nel cast tutto siciliano di cui Grimaldi è orgoglioso, Claudio Castrogiovanni (Pio La Torre), Alessio Vassallo (Sergio Mattarella), Domenico Ciaramitaro, David Coco (Piersanti Mattarella), Fabio Costanzo, Vincenzo Crivello, Francesco Di Leva, Donatella Finocchiaro (moglie di Piersanti), Lollo Franco (Michele Sindona), Sergio Friscia (Rosario Spatola), Ivan Giambirtone, Leo Gullotta (Rosario Nicoletti), Guia Jelo (signora Nicoletti), Francesco La Mantia, Vittorio Magazzu’, Tuccio Musumeci (Salvo Lima), Toni Sperandeo (Vito Ciancimino), Andrea Tidona.

«Spero che la famiglia possa riconoscersi ed emozionarsi in questo film, mi chiedo come mai dopo 39 anni nessuna fiction sia stata dedicata all’omicidio di Piersanti Mattarella – ha spiegato Grimaldi incontrando la stampa – Questo per me è un mistero, ma mi ha dato l’onore di raccontare questa storia».

Aurelio Grimaldi, che ha cominciato a lavorare nel cinema con le sceneggiature di “Mery per sempre” e di “Ragazzi fuori” esordendo alla regia con “La discesa di Aclà a Floristella”, proseguendo con “La ribelle” e “Le buttane”, non ha mai abbandonato la corda dell’impegno civile (trilogia su Pasolini). Il caso Mattarella e l’ingiusta dimenticanza della figura del presidente della Regione assassinato a Palermo il 6 gennaio 1980 («neanche una strada a lui dedicata a Roma e Milano»), gli ha fatto sentire il bisogno di lavorare su questo progetto. «Appena è stato eletto Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica ho pensato: ora o mai più». Non è stato facile per Grimaldi studiare le migliaia di pagine di sentenze e documenti giudiziari relativi a un caso conclusosi con condanne per i mandanti: processo durato sette anni (dal ’92 al ’99) col quale la giustizia italiana finora non è ancora riuscita a individuare i killer. Alla fine del processo di Palermo furono condannati come mandanti Riina, Provenzano, Brusca, Calò, Nenè Geraci e Ciccio Madonia), ma riguardo ai killer è rimasto il mistero.

Tra i personaggi del film ci sono Sergio Mattarella e Pietro Grasso allora giovane Pm che aprì le indagini sull’omicidio. Nel film compaiono politici poi pluricondannati (Ciancimino), uccisi dalla mafia per non aver rispettato i patti (Lima), suicidi per sensi di colpa (Nicoletti), condannati ma prescritti (Andreotti) e boss mafiosi. Il delitto fu consumato nella centralissima Via Libertà. Una giovane fotografa palermitana, Letizia Battaglia, uscita per fare altri servizi giornalistici per L’Ora, fu la prima a fotografare la scena e ha più volte raccontato quei momenti. La vedova, Irma Chiazzese, riconobbe nel killer il terrorista di destra Giusva Fioravanti. Secondo il giudice istruttore, Giovanni Falcone, Mattarella fu ucciso da neofascisti per uno scambio di “servizi” tra Cosa Nostra, Banda della Magliana (che trattava col capomafia Pippo Calò il riciclaggio dei soldi mafiosi) e i Nar di Fioravanti, interessati a far evadere, con l’aiuto della mafia, il leader Concutelli, allora all’Ucciardone. Ma c’era anche che Mattarella aveva avviato in Sicilia una giunta bianco-rossa con l’appoggio del Pci, in sintonia col suo maestro Aldo Moro. Il film ripercorre anche un pezzo di storia della Dc. Il processo-Andreotti ha comprovato l’incontro fra Andreotti e Bontade prima dell’omicidio Mattarella.