Con chi gestiva i soldi?
di Redazione


Modica – Sotto il milione e mezzo di euro. A tanto ammonta il tesoro (di cui Ragusanews aveva già parlato) ritrovato dagli inquirenti e riconducibile a Peppe Lucifora, il cuoco modicano strangolato dalla mano assassina lo scorso 10 novembre e la cui morte rimane ancora misteriosa e senza un colpevole. Titoli, denaro contante, opere d’arte e preziosi.
Al centro dell’investigazione del delitto ci sarebbe una pista inattesa che sposta l’attenzione dal movente sessuale ad un presunto giro di usura. Il giallo Lucifora registra quindi un altro capitolo. Il movente potrebbe essere circoscritto all’elemento preminente dei soldi. Tanti, troppi per un impiegato pubblico (Peppe era cuoco all’ospedale Maggiore di Modica) che viveva di stipendio per quanto arrotondasse come chef di conviviali di comunità.
Eppure, nessuno avrebbe immaginato che Peppe Lucifora, persona umile, ma eccentrica e con uno stile di vita senza eccessi, avesse un vero e proprio patrimonio finanziario da investire e da gestire.
Con chi Peppe si confrontava sugli investimenti più remunerativi da fare? Anche questo aspetto dovrà essere chiarito dalle indagini in corso.
Peppe Lucifora era persona molta religiosa, frequentava assiduamente la chiesa, era un cattolico praticante, si recava regolarmente a messa ed era un fervente devoto della tradizione pietistica e popolare siciliana, tanto da meritarsi un posto di rilievo nelle processioni religiose.
E’ verosimile, quindi, che la sfera delle frequentazioni di Peppe Lucifora sia al centro delle indagini.
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