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08/03/2020 19:13

Coronavirus, se le piogge e poi il caldo, lo sconfiggono

La stabilità metereologica potrebbe favorire il virus

di Redazione

La stabilità metereologica potrebbe favorire il virus
La stabilità metereologica potrebbe favorire il virus

Se l’influenza tradizionale è un male di stagione, che con il caldo estivo va via, anche il Coronavirus potrebbe fare altrettanto. Ma il Covid 19 è troppo recente perchè questa teoria possa essere accreditata. Ce ne è un’altra che all’esame degli scienziati in queste ore. 

Se la diffusione del coronavirus in Italia fosse anche ‘colpa’ dell’anticiclone che domina sul Paese, con tempo stabile e assenza di vento e piogge che puliscano l’aria? E se avesse i giorni contati proprio grazie al meteo, con il previsto arrivo di un’ondata di maltempo? A suggerire la riflessione è il meteorologo Paolo Ernani. “Perché in Italia il coronavirus ha avuto una maggiore diffusione se confrontata con la situazione degli altri Paesi europei? In questi ultimi infatti, buon per loro, la diffusione e la concentrazione è molto più bassa che da noi. Il motivo potrebbe risiedere nel fatto che le regioni del centro e nord Europa sono state frequentemente attraversate da perturbazioni anche molto intense associate non solo a piogge continue e forti ma anche di un calo delle temperature e venti forti tanto da spazzare via la preesistente atmosfera”.

“In Italia, invece, sono giorni e giorni in cui prevale la stabilità meteorologica. C’è stata e c’è l’influenza sia dell’anticiclone africano che quello delle Azzorre. E potrebbero essere proprio loro la causa principale della diffusione, soprattutto al Nord, del coronavirus – è l’ipotesi avanzata dall’esperto – Nell’alta pressione, l’aria ristagna, c’è assenza di vento, l’umidità cresce col passare del tempo e aumentano pure le polveri sottili, un humus ideale per batteri e virus. Proprio tale tipo di aria potrebbe aver favorito l’espansione e la proliferazione di questo dannato virus”.

Il maltempo è arrivato

“L’arrivo di sistemi nuvolosi dai quadranti settentrionali apporterebbe una fase molto dinamica associata a piogge, che comportano un lavaggio dell’atmosfera, venti anche forti da nord-nordovest e in particolare un sensibile calo delle temperature, con conseguente ricambio totale dell’aria che respiriamo. Il vento, le basse temperature e le precipitazioni – conclude il meteorologo Paolo Ernani – potrebbero essere gli sperati killer del coronavirus”.