Come funziona la dieta afroamericana?
Se per due settimane una persona proveniente dagli Stati Uniti e una originaria dell’Africa si scambiano la dieta, l’effetto sui fattori di rischio per il tumore al colon è drammatico. In soli 14 giorni?
Due settimane di dieta “sbagliata” alterano la flora intestinale al punto da aumentare il rischio di sviluppare il cancro al colon. Viceversa, due settimane di dieta “giusta” favoriscono lo sviluppo di batteri benefici, che riducono il rischio di sviluppare la malattia. A scoprirlo è stato un team di ricercatori dell’Università di Pittsburgh e dell’Imperial College di Londra, che ha proposto a quaranta persone di scambiarsi la dieta per un periodo di due settimane. Ecco cosa hanno scoperto: Se per due settimane una persona proveniente dagli Stati Uniti e una originaria dell’Africa si scambiano la dieta, l’effetto sui fattori di rischio per il tumore al colon è drammatico. In soli 14 giorni? Sì, con un cambiamento che inizia a partire dall’infiammazione del colon stesso. Essendo il cancro al colon è la quarta causa di morte legata a un tumore a livello mondiale, responsabile di oltre 600.000 decessi ogni anno, i ricercatori volevano capire quali fossero i fattori legati al rischio di svilupparlo, dall’alimentazione alle condizioni della flora intestinale. Questo tipo di tumore colpisce molto di più le popolazioni occidentali, in particolare gli afro-americani che vivono negli Stati Uniti, rispetto a quelle dell’Africa o dell’Estremo Oriente.
In pratica, il team di ricercatori hanno chiesto a venti afroamericani di Pittsburgh di abbandonare la loro dieta abituale ricca di grassi e carne per passare una dieta tradizionale africana ricca di legumi e verdure. A venti contadini sudafricani della provincia di KwaZulu-Natal, hanno invece chiesto di passare ad una dieta occidentale stile fast food, molto più ricca di grassi e proteine animali e povera di fibre rispetto alla loro.
Alla fine del periodo di scambio, i ricercatori hanno effettuato test su tutti i volontari scoprendo che gli afro-americani passati alla dieta tradizionale africana mostravano, rispetto a prima, una riduzione dell’infiammazione del colon e un aumento della produzione di butirrato, un acido grasso che protegge dal cancro al colon. Al contrario, dopo due settimane, gli africani passati alla dieta occidentale presentavano batteri intestinali correlati all’aumento del rischio di cancro. Secondo gli scienziati, la certezza che lo scambio di dieta sfoci nella malattia per il gruppo africano e nell’assenza di malattia per il gruppo degli afro-americani, si può avere solo con il perdurare dello scambio. Ma Jeremy Nicholson, co-autore dello studio presso l’Imperial College, ha sottolineato che i cambiamenti rilevati nella flora batterica intestinale sono segni affidabili di rischio di cancro. Le loro scoperte suggeriscono che sia possibile ridurre il rischio di tumore al colon mangiano più fibre. Non si tratta propriamente di una novità, ciò che sorprende è più che altro la rapidità con cui questo può avvenire. Di pari passo viene anche in mente come la progressiva occidentalizzazione delle comunità africane possa presto portarne le persone a soffrire di patologia prima poco diffuse, come appunto il tumore al colon.