Anche il celebre étoile della Scala Roberto Bolle chiamò la polizia la notte dell’11 ottobre scorso, disturbato come altri vicini dalle urla e dalla musica a tutto volume proveniente dall’appartamento dell’imprenditore Alberto Genovese, 43enne fondatore di Facile.it. Gli agenti intervenuti per ben due volte si erano accontentati però della promessa di abbassare la musica e se n’erano andati, senza sapere che in una camera - tra fiumi di droga e alcool - il padrone di casa stava violentando da ore una ragazzina appena maggiorenne, mentre un suo “buttafuori” impediva l’ingresso nella camera. E’ il Corriere della sera che svela oggi i nuovi particolari dell’inchiesta milanese sui droga-party con stupro del cosiddetto “mago delle startup”.
La telefonata di Bolle, la seconda giunta quella notte alla Questura, è partita all’1.30. Il ballerino già in passato aveva presentato denunce, come altri residenti del quartiere, per gli schiamazzi e i rumori di Genovese. Per lui, attualmente in carcere, sono scattate quasi un mese dopo lo stupro contestato. Gli inquirenti hanno trovato nella sua abitazione stupefacenti d’ogni tipo a disposizione degli invitati: cocaina, chetamina e Mdma ancora posate sui piatti da cui gli si servivano a piacimento. Resta da chiarire anche il ruolo degli ospiti nella turpe vicenda, e l’eventuale presenza di altri uomini nella stanza dell’orrore. Il timore è che le giovani vittime possano essere molte di più del caso emerso finora, grazie alla denuncia dalla stessa 18enne abusata.
Genovese ha lasciato Facile.it nel 2014 e non ha oggi alcun ruolo operativo in azienda.