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25/11/2020 10:52

Meghan Markle: «Ho avuto un aborto spontaneo»

La duchessa di Sussex Meghan Markle rivela New York Times di aver avuto un aborto spontaneo a luglio dopo aver avuto il primo figlio Archie Harrison.

di Redazione

Meghan Markle: «Ho avuto un aborto spontaneo»
Meghan Markle: «Ho avuto un aborto spontaneo»

Meghan Markle, la duchessa di Sussex, ha raccontato in un editoriale pubblicato sul New York Times di aver avuto un aborto spontaneo a luglio dopo aver avuto il primo figlio Archie Harrison.

Nell’editoriale, intitolato «The Losses We Share», Meghan racconta di come, «in una mattina di luglio» che sembrava identica a tutte le altre, «dopo aver cambiato il pannolino» ad Archie, «ho sentito un dolore fitto. Sono caduta a terra, tenendo in braccio Archie, e cantandogli una canzoncina, per tenerci calmi — quella melodia allegra era in netto contrasto con la sensazione che ci fosse qualcosa di anomalo. Sapevo, mentre stringevo il mio primo figlio, di star perdendo il secondo».

Meghan, che ha avuto il primo figlio insieme con il secondo marito, il principe Henry, figlio del principe Carlo e di Diana Spencer, viene identificata nel pezzo come «madre, femminista e attivista».

La confessione
In un racconto commovente Meghan ha detto: “Perdere un bambino significa portare un dolore quasi insopportabile, vissuto da molti ma di cui parlano pochi”. Nell’articolo, descrive la sensazione di un dolore acuto mentre teneva in braccio il figlio, Archie. Ha scritto: “Ho sentito un forte crampo. Mi sono lasciata cadere a terra con lui tra le mie braccia, canticchiando una ninna nanna per mantenere entrambi calmi, la melodia allegra in netto contrasto con la mia sensazione che qualcosa non andasse bene. Sapevo, mentre stringevo il mio primogenito, che stavo perdendo il secondo. Ore dopo, giacevo in un letto d’ospedale, tenendo la mano di mio marito. Ho sentito l’umidità del suo palmo e gli ho baciato le nocche, bagnate da entrambe le nostre lacrime. Fissando le fredde pareti bianche, i miei occhi erano vitrei. Ho provato a immaginare come saremmo guariti».