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16/11/2012 12:20

Le mie avventure al supermercato di Ragusa: la Siti Cola…

Bizzarrie da supermarket

di Redazione

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La Siti Cola
La Siti Cola

Ragusa – Della serie “bizzarrie da supermarket” che tanto successo ha avuto su queste stesse colonne quando ci siamo occupati di pistacchi californiani, di assorbenti per donna “anti stress” e panni per il pavimento con la stessa funzione (si intende funzione anti stress).

Oggi vi mostriamo una foto scattata more solito sui banconi di un supermercato ragusano. In questo caso si tratta del punto vendita dove si ritrovano anche gli indigeni, ma soprattutto i foresti, quelli che non hanno grandi possibilità economiche e quelli che, pur potendo, preferiscono questo negozio perché – almeno così mi hanno spiegato amici solitamente bene informati e assidui frequentatori del negozio – vi trovano prodotti di marche e/o di caratteristiche più simili ai loro gusti, e non solo quelli culinari.

La foto è chiara: una confezione di bevanda gassata dalla forma e dai colori “compatibili”, insomma identici, alla bevanda più famosa del mondo. Anzi, secondo alcune statistiche, pare che la “cocacola” sia il brand più conosciuto sul pianeta.

Uguali i colori e le forme, ma la scritta è significativa: “Siti”. Come potremmo fare per spiegare agli ignari produttori che da queste parti “siti” è il sostantivo che in italiano sarebbe “sete”? Come dire che a bere quella scura bevanda la sete aumenta. Oppure, ma questa è la spiegazione di mio figlio ottenne che guardando la bottiglia sullo scaffale ha ritenuto di dover leggere esattamente l’incontrario: se hai “siti” bevi che ti passa. Misteri, e fascino, della linguistica e della mente umana. E del resto non sarebbe la prima volta che il nome di prodotto, coniato in una lingua con un significato preciso, in un’altra ha tutt’altro significato, e non sempre dignitoso. Ricordo, e ora sono almeno venti anni, di quel mio amico persiano (guai a chiamarlo “iraniano”) che al supermercato volle comprare lo yogurt (per inciso, uno degli alimenti fondamentali per la dieta di quel popolo). Davanti allo scaffale del frigo con le proposte commerciali (allora invero molto meno numerose delle odierne) erano i “soliti” yogurt e poi una novità: il “Kyr”. Il mio amico prese in mano una delle bianche ed anche eleganti confezioni di questo nuovo yogurt e poi partì con una irrefrenabile sonora risata. Quando chiesi il perché, mi rispose che nella sua lingua la parola kir aveva un preciso ed inequivocabile significato, quello, per intenderci che in sicilia è con la “h” che scompare a Ragusa, mentre a Modica cambia del tutto ed inizia con la lettera “Z”, ma non di zorro.