Attualità
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06/09/2025 12:54

I miei giorni in carcere. Totò Cuffaro racconta

"Bisogna saper scegliere il tempo, non arrivarci per contrarietà"

di Redazione

Palermo – “Bisogna saper scegliere il tempo, non arrivarci per contrarietà”.

L’ex presidente della Regione siciliana Totò Cuffaro racconta i suoi giorni in carcere a Rebibbia: “La cella è 4×4, tre letti da un lato a lisca di pesce uno dall’altro lato per lungo attaccato alla parete. Nel mezzo un tavolo e lo spazio per camminare. Quattro metri quattro passi dal muro dove c’è la finestra con le sbarre, al muro di fronte dove c’è la porta con le sbarre e con il blindo. Quattro passi di ritorno dalla porta al muro, uno due tre quattro cento volte quattro passi.

Adesso passi più piccoli, otto passi dal muro alla porta e otto dalla porta al muro. Uno due tre quattro cento volte otto passi. Ed ora un piede dietro l’altro. Cinque piedi un metro, venti piedi quattro metri, avanti e indietro. Uno due tre quattro cento volte. Avanti e indietro, con le mani sopra la testa, dietro la nuca, con le braccia larghe con le braccia alzate con le braccia incrociate con le braccia e le dita in avanti puntati verso la finestra con lo sguardo nel vago, inaspettata ecco la luna.
Occupa tutta la finestra, è venuta a trovarci è bellissima dolce luminosa e sorride. Ci dona la sua tenerezza la sua compagnia e il suo desiderio di libertà. E’ per alcuni di noi, non per tutti, solo per quelli che hanno la finestra dal lato in cui c’è la luna. Ma il suo desiderio di libertà è per tutti anche per quelli che non la vedono, perché la luna è di tutti ed è per tutti, e’ uguale per tutti ed è sempre la stessa dovunque tu sia e con chiunque tu sia. Per noi ha il profumo ed il desiderio della libertà ed è messaggera dell’amore di chi ci ama. Non è sola la luna, ha accanto una piccola stella no, due piccole stelle, quelle che la finestra ci consente e che il cielo ci dona. Il mio pensiero immagina tutte le altre, tutte quelle che la finestra suo malgrado ci vieta e non ci consente.
Una giustizia che dovrebbe essere giusta ed uno Stato che deve essere umano si dovrebbe disporre quanto più possibile nel consentire a quanti detenuti lo possono di poter vedere un cielo tutto intero con la luna e le stelle. Bellissimo adesso che posso goderlo il cielo di notte con tutte le stelle e la sua luna che splende e profuma di libertà. Non pochi tra non molto potranno tornare a vedere di notte il cielo tutto intero con tutte le stelle e la luna. A quelli che non potranno vedere il cielo tutto intero ancora per molto tempo e a quelli che forse non potranno vederlo mai più voglio dire che non li lasceremo soli. Non perdete la speranza non spegnete i sogni, acchiappate il Cielo con la luna e tutte le stelle e anche vostro e soprattutto vostro e lassù dove c’è il Cielo qualcuno lo sa”.