Moda e Gossip
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11/09/2025 17:12

Katia Ricciarelli contesta il testamento di Pippo Baudo: «Inaccettabile quella quota alla sua segretaria»

La ex moglie del presentatore ha parlato in un'intervista: «Neanche so di cosa è morto»

di Redazione

Roma – «Non ritengo giusto che la segretaria abbia accesso alla stessa frazione di eredità dei figli Tiziana e Alessandro»: a un mese dalla morte di Pippo Baudo, avvenuta il 16 agosto, e a due giorni dall’apertura del testamento del conduttore, che avrebbe destinato a Dina Minna, sua storica assistente, quasi la stessa frazione di eredità (si parla di un patrimonio da 10 milioni di euro) andata ai figli, a prendere posizione è Katia Ricciarelli, ex moglie di Baudo, in un’intervista al Messaggero.

Nel colloquio, Ricciarelli lamenta di non essere stata informata né dello stato di salute di Baudo, con cui è stata sposata dal 1986 al 2004, né della sua scomparsa: «Non so neppure di cosa è morto». E spiega di non aver chiesto, al momento del divorzio, alcun assegno di mantenimento: «Per mia scelta. Pensi che al momento del matrimonio, nel 1986, io e Pippo scegliemmo pure di fare la separazione dei beni. Ho sempre preferito avere un’indipendenza economica: lavoro da una vita e non ho bisogno di nulla. Ma se tutte le segretarie sono trattate così, forse ho sbagliato mestiere».

Che le cose sarebbero andate così, aggiunge, «non è stata una sorpresa». Ricciarelli ricorda di essere stata «la prima a raccontare che quella della segretaria fosse diventata una presenza importante nella vita di Pippo: tanti amici si sfogavano con me perché non riuscivano a mettersi in contatto con lui».

Tuttavia, sottolinea, «mai avrei immaginato che mi fosse preclusa la possibilità di salutare per un’ultima volta quello che è stato il mio compagno di vita per diciott’anni. Ho appreso la notizia della morte di Pippo tramite messaggi di condoglianze scritti da amici e colleghi, la sera del 16 agosto». L’ultima volta ha visto Baudo «nel 2019 a un concerto all’Arena di Verona. Non ci siamo detti una parola e ci siamo abbracciati. Con lui c’era anche lei». «Immaginavo e speravo di essere messa al corrente di un’eventuale malattia dell’uomo con il quale ho condiviso quasi vent’anni di vita. Invece niente. Non una telefonata, un messaggio: niente di niente», afferma.