di Redazione

Dopo la biografia filmica di Bernardo Provenzano quella di Totò Riina. Sono iniziate a Scicli le riprese del film per la tv “Il Capo dei Capi” in cui si ripercorre la vicenda umana e criminale del boss indiscusso di Cosa Nostra, dagli esordi sulla scena corleonese, fino alla cattura, avvenuta il 15 gennaio del 1993. Stavolta è Mediaset, dopo la Palomar di Carlo degli Esposti, a girare in città.
In piazza Carmine, è pssibile incontrare la bella Nicole Grimaudo, attrice di origine calatina, insieme a Claudio Gioè e Salvatore Lazzaro. La regia del film è duplice: Enzo Monteleone e Alexis Sweet, quest’ultimo già collaboratore di Steven Spielberg, Ridley Scott e Spike Lee, e regista di “Ris-Delitti Imperfetti”. Le location scelte a Scicli, grazie ai sapienti consigli di Pasquale Spadola, sono il quartiere ai piedi del Carmine, il cimitero e il convento del Rosario, dove si trova un bellissimo corridoio con arredi e pavimento anni cinquanta, e tutto sembra immutato da allora. I camion della produzione stazionano in piazza Carmine, mentre su e giù dal fianco della chiesa è possibile notare attori e comparse in costume tipico anni cinquanta. Fatto straordinario, tra gli attori si confondono anche alcuni vecchietti, che risiedono nel quartiere, e che per abbigliamento, postura e atteggiamenti sembravano fatti apposta per stare dentro il film. Segno che la scelta del quartiere popolare di Scicli è stata azzeccata. Qualche disagio, purtroppo, si registra sia per la circolazione stradale che per alcune attività commerciali che insistono su piazza Carmine, ma non c’è dubbio che il gioco valga la candela. Anche se, qualcuno obietta che l’affiancamento dell’immagine di Scicli con quella di Corleone non è poi così nobilitante come quella con la Vigata di Camilleri. E però, emerge un dato: la grande capacità di Scicli di essere set cinematografico per gli usi più disparati.
Diceva Stephen Tobriner, il più grande studioso mondiale del barocco, docente in una Università canadese, venuto l’ultima volta a Scicli nel 1997, che in questa città i monumenti “ti fanno ciao”. Tobriner sostiene che il barocco di Scicli si distingue da quello delle altre città del Val di Noto perché i monumenti sbucano fuori improvvisi, senza che te lo aspetti, facendo capolino da dietro gli angoli, proponendosi come inaspettate quinte sceniche teatrali.
E forse anche questo ha influito nella scelta della città come set di questo nuovo film, dedicato al Capo dei Capi.
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