Agosto è il loro mese, la cucina stellata la loro destinazione
di Redazione


Ispica – Il carrubo Favarotta, il più vecchio che l’uomo conosca, vegeta tra Cava Ispica e Rosolini nella tenuta Caschetto. Alto 10 mt per 18 di circonferenza, si stima abbia duemila anni. Ma ce ne sono altri millenari nelle campagne di Modica, monumenti di un museo vegetale all’aperto. Nel dopoguerra furono estirpati per far posto alle serre ma ora sono tornati di moda, grazie alla loro rivalutazione gastronomica, specie in pasticceria, in mustazzoli e facciuneddi.
La farina di carrube, mescolata a quella di mandorle, è un pilastro della cucina che ama mischiare tradizione e ricerca, apprezzabile ad esempio alla Tenuta Carbonara, o al ristorante “Le Magnolie” di Frigintini dove viene cotto tutto con “funcia ra carrua”, o ancora da Accursio Craparo che ci fa l’éclair alla crema. A Ciccio Sultano «piace perché il seme, detto carato, è l’unità di misura dei diamanti» e quindi può preparare psicologicamente i clienti a staccargli un assegno.
Un albero maestoso, sempreverde, dai grandi tronchi cavi semiabitabili, che si riempie di funghi dopo la pioggia. Agosto è il mese della raccolta dei frutti, dall’aroma unico, e non stupisce che ne spuntino fuori anche i ladri.
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