Milano - Anche ad Adriano Celentano il Covid da' alla testa: secondo il cantante, 84 anni a giorni, le posizioni di scienziati che hanno passato una vita a studiare e a salvare vite umane devono essere messe sullo stesso piano dei quattro gatti che non sanno un benemerito tubo di medicina e virologia. Così, in piena emergenza Omicron, l’ex Molleggiato pubblica un lungo collage video su Instagram (che alleghiamo nel link in coda) dove mostra spezzoni di alcuni talk show in cui chi ha posizioni scettiche viene zittito da conduttori ed esperti. È la seconda volta in pochi giorni, dopo l'attacco a Enrico Mentana che non ha dato spazio ai no vax nel suo tg: stavolta punta contro quella che definisce "la dittatura dei talk show sui no vax".
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Per Celentano i programmi tv dovrebbero essere imparziali e trattare allo stesso modo anche chi ha scelto di non vaccinarsi, prolungando così all’infinito l’agonia del 90% della popolazione che invece si è coscienziosamente sottoposta al siero, proteggendo se e i propri cari. Una posizione antitetica a quella espressa solo qualche giorno fa dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aveva lamentato al contrario un eccessivo spazio mediatico concesso a chi rappresenta una minoranza assoluta nel Paese. Per il “re degli ignoranti”, come giustamente s’intitola un suo album, sono invece i ricercatori e i virologi - che ci spiegano cosa sta accadendo e si sforzano di tranquillizzare i cittadini - a godere di una sovraesposizione, peccando di vanità. Da che pulpito: il megalomane che si è sempre creduto una specie di super eroe!
Già a febbraio Celentano, pur sostenendo che il vaccino “è l’unica soluzione”, attaccò Formigli e Giletti perché invitavano i no vax nelle loro trasmissioni, a suo dire, solo per metterli alla berlina. Ma è davvero così utile e democratico invitare a parlare a milioni di spettatori qualche istrione che fa i tamponi ai kiwi o sostiene che il vaccino contiene un microchip per controllarci? Celentano non si vede in televisione dal 2019, quando andò in onda il flop di "Adrian" su Canale 5, e naturalmente si guarda bene dal presentarsi in qualche studio televisivo ad “argomentare” in un contraddittorio le sue posizioni al riguardo. Ammesso e non concesso che ne abbia. Già lo vediamo, alla domanda sulla differenza tra siero a mRNA o a vettore virale, esibirsi in quello che – in assenza di qualcuno che gli suggerisca in cuffia cosa dire – era il suo cavallo di battaglia anche nei vecchi show: scena muta.
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