Conte si salva in Senato con 156 voti
di Redazione

Roma – La presidente Casellati ha dichiarato ammissibile il voto del senatore Ciampolillo ma anche per Nencini (Italia viva). Dopo che questi ultimi parlamentari hanno espresso il loro voto (un doppio sì) la presidente ha dichiarato chiusa la votazione e ha comunicato il risultato: 156 sì, 140 i no, astenuti 16.
Ciampolillo e Nencini hanno votato in extremis, portando i voti a favore del Governo da 154 della prima chiama a 156 voti della seconda chiama, chiusa in zona Cesarini dopo che la presidente Casellati ha chiesto la prova video per riammettere Ciampolillo -arrivato in ritardo alle 22,14- al voto, chiuso alle 22,15.
Meloni e Salvini: «Ci rivolgeremo al Colle»
«Ci rivolgeremo a Mattarella: c’è un governo che non ha la maggioranza al Senato e sta in piedi con chi cambia casacca». Lo annuncia il leader della Lega, Matteo Salvini al Tg1. Analoga intenzione è stata dichiarata da Giorgia Meloni.
Bagarre attorno allo scranno della presidente Casellati: l’ex M5S Ciampolillo avrebbe voluto votare ma è arrivato subito dopo che era stato chiuso il voto. Casellati ha chiesto di rivedere le immagini delle telecamere interne. Il senatore era risultato assente tanto alla prima quanto alla seconda chiama, ma all’ultimo momento ha scelto di esprimere il suo voto.
Renzi si astiene
Alla seconda «chiama» Matteo Renzi ha espresso il suo voto di astensione.
Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin di Forza Italia votano la fiducia. Tajani: «Fuori da Forza Italia».
Forza Italia registra due nuove defezioni dopo quella alla Camera di Renata Polverini: la senatrice di Forza Italia-Udc, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin hanno votato la fiducia al governo nell’aula del Senato contro la posizione del partito. Causin e Rossi «sono fuori dal partito: votare con il governo in questo caso non è una questione di coscienza», dice Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia. Tajani spiega di aver informato Silvio Berlusconi.
Gli ex M5S Drago e Giarrusso (ritenuti in bilico) hanno espresso il loro no.
Il Governo ha la maggioranza semplice, non quella assoluta
L’esecutivo resta quindi sotto i 161 voti necessari per la maggioranza assoluta ma ottiene la fiducia con la maggioranza semplice. I ‘no’ sono stati 140, 16 gli astenuti.
Governo: Quirinale prende atto del voto
Il Quirinale prende atto del voto sul governo Conte. Il Capo dello Stato ha seguito dal suo studio il dibattito e il voto del Senato, come ha fatto ieri per il dibattito e il voto della Camera. E alla fine di una giornata sul filo dei numeri constata l’esito del voto parlamentare. Ha osservato con attenzione le fibrillazioni di questi giorni e di queste ore, dispiaciuto che, in un clima come questo, non si sia ricomposta la crisi.
Ieri la Camera ha dato a Conte la fiducia assoluta, oggi palazzo Madama gli ha votato la maggioranza relativa, numeri che sulla carta e dal punto di vista strettamente parlamentare gli permetterebbero di andare avanti. Diverso il discorso politico, perchè l’esecutivo non pare avere quel solido sostegno che servirebbe a un governo in questo frangente. Ma questa è appunto una valutazione politica e solo la politica può sciogliere questo nodo.
Ora dunque il presidente Mattarella attende di conoscere le valutazioni che faranno il presidente del Consiglio, e con lui la sua maggioranza. Conte allargherà la maggioranza aprendo un tavolo con le forze a cui ha rivolto un, seppur finora inascoltato, appello? Rafforzerà la squadra dei ministri?
Riaprirà il dialogo con Italia viva? Una volta che premier e partiti avranno sciolto questi quesiti si chiarirà quali saranno i prossimi passi. Sarà dunque il premier nei prossimi giorni a decidere se e quando salire al Quirinale per riferire l’andamento del voto e le sue valutazioni.
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