Se Renzi s'impunta su Conte si ricomincia da capo, Mattarella scalpita e prepara il piano B
di Redazione

Roma – Ultimo round oggi al tavolo tecnico dei partiti di maggioranza voluto dall’esploratore Roberto Fico per vedere di riuscire a definire a un nuovo “contratto” di governo mantenendo Giuseppe Conte premier, anche perché al momento altri nomi non ne sono usciti fuori neanche dalle voci di corridoio. Le consultazioni con i gruppi parlamentari, tra sabato e domenica, e il vertice di ieri a Montecitorio non sono ancora bastati a “trovare la “quadra”, come si dice. Tutti vogliono un documento scritto con i punti nero su bianco, non solo Renzi, per evitare nuove brutte sorprese da qui a qualche settimana, quando ci sarà da votare una discreta quantità di provvedimenti economici e finanziari.
Mes, Recovery e prescrizione le clausole di un accordo che sarà raggiunto in extremis: stasera infatti scade il tempo concesso da Sergio Mattarella al presidente della Camera. In teoria potrebbe chiedere altri due giorni, ma il Colle scalpita per mettere un punto a questa dannata crisi. In queste ore sul tavolo ci sono anche le possibili teste che saranno sacrificate per continuare nella tormentata legislatura, come quelle dei ministri Bonafede e Gualtieri e del commissario nazionale per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri. La missione di Fico fallirà solo se Italia Viva porrà un veto definitivo su Conte: Renzi resta decisivo, visto che sono saltati fuori solo 10 “responsabili” disponibili a rimpiazzare i suoi 18 parlamentari, ma è probabile che alla fine si accontenti del peso maggiore accordatogli negli affari di Palazzo Chigi anziché dirottare il carrozzone alle urne. A quel punto si ricomincerebbe da capo, col Quirinale costretto a sondare i capigruppo su tre opzioni: un altro premier a capo della stesso esecutivo giallorosso; un governo istituzionale, allargato all’opposizione; o uno “elettorale”, che sbrighi gli affari correnti e prepari il Paese al voto a giugno.
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