Attualità
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21/11/2023 15:43

Le “Orestiadi” da Gibellina a Palermo con omaggio a Calvino

di Ansa

'Politiche della comunità', congresso studi semiotici a Roma
'Politiche della comunità', congresso studi semiotici a Roma

Presentato stamani “Orestiadi a
Palermo”, il progetto delle Orestiadi di Gibellina che tornano a
Palermo l’1, il 2 e 3 dicembre, per un’occasione importante: la
riapertura del Teatro Nuovo Montevergini, grazie a un protocollo
siglato dalla Fondazione con l’assessorato alla Cultura del
Comune, il Teatro Massimo, l’Orchestra Sinfonica e il Teatro
Biondo, il Conservatorio Scarlatti e l’Accademia di Belle Arti.

   
“E’ la fase invernale delle Orestiadi – spiega Alfio Scuderi
che da 6 anni dirige il festival di Gibellina – e la riapertura
del Montevergini è per me un momento emozionante. La fase
cruciale è un omaggio per il centenario della nascita di Italo
Calvino e inizierà con il racconto di quattro de “Le città
invisibili”, forse il testo più poetico e politico di Calvino.

   
Venerdì e sabato Silvia Ajelli, Beatrice Barillà, Stefania
Blandeburgo e Giuditta Perriera racconteranno Zora, Eufemia,
Bersabea, Fedora e Leonia. A seguire Claudio Gioè e Filippo Luna
leggeranno due “Cosmicomiche”. Poi le musiche degli “Akkura”,
dopo aver fatto da colonna sonora, daranno vita a un concerto
finale”.” Domenica 3 dicembre alle 19,00 andrà in scena “Calvino
e la Sicilia”, un momento di testimonianze, ricordi e letture
per ricordare il rapporto tra Calvino, Sciascia e Vittorini, con
Luigi Maria Rausa e Roberto Salemi.

   
La seconda parte del progetto prende il via il 9 e il 10
dicembre a Palazzo Riso “Laboratorio Orestiadi- tra arte e
teatro” per ricordare quell’identità unica tra arte visiva e
teatro che da sempre contraddistingue le Orestiadi. In mostra
alcune opere della collezione delle Orestiadi, a cura di Enzo
Fiammetta e alle 21,00 al Nuovo Montevergini va in scena Marco
Baliani con “Corpo eretico, dialogo in tempo presente con Pier
paolo Pasolini” e domenica con “Opposti flussi”.

   
Alfio Scuderi si divide tra il Teatro Stabile di Napoli,
Gibellina e Palermo, e “l’esperienza napoletana accanto a
Roberto Andò – osserva – è straordinaria. A Napoli il teatro
resta una cosa serissima”.