Attualità
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20/08/2021 08:54

“Ottima accoglienza” ma è chiuso da 30 anni. Chi ha incontrato a La Pineta?

L’inquietante recensione Google dell’hotel fantasma, spettro dell’ignavia delle amministrazioni

di Giuseppe Gaetano

L’inquietante recensione Google dell’hotel fantasma, spettro dell’ignavia delle amministrazioni
L’inquietante recensione Google dell’hotel fantasma, spettro dell’ignavia delle amministrazioni

 Chiaramonte Gulfi – L’ultima misteriosa recensione, due settimane fa: qualcuno che, nonostante la totale fatiscenza in cui versa dal 1994, ha creduto non si sa come che La Pineta (foto 2) potesse ancora essere un luogo abitabile e accogliente, trovato chiuso per caso. “Volevamo pernottare – scrive l’utente Google -, sembrava una struttura accogliente!”. Ma quale razza di hotel gli è apparso davanti agli occhi, tra gli alberi, se non il tetro scheletro di vestigia e mondanità trapassate? In quale casa degli orrori è uso villeggiare Massimiliano Meli, che trova “simpatiche le scale stile Caltagirone con tanto di porta murata?”

La recensione più spaventosa è però la precedente, risalente a un anno fa (foto 3): “Ottimo albergo, ottima accoglienza e davvero pulito. Consiglio vivamente”, con 4 stellette. Ora, delle due l’una: o si tratta di un commento ironico, uno scherzo per costringere  qualche utente a perdersi nella boscaglia chiaramontana; oppure questo altrettanto fantomatico Impianti Corsaro non può aver incontrato che i fantasmi di camerieri, fattorini, inservienti e artisti celebri che animarono quelle sale dagli anni 70 agli anni 90. E spentosi improvvisamente – così com’era sorto – con la morte del proprietario. 

Del resto c’è già un fantasma alle leggendarie origini di questo infartuato cuore pulsante del Ragusano, comparso in sogno al titolare per indicargli la “truvatura”: una fortuna che spesso, come nel caso della chiesa di Santa Maria dei Miracoli a Ragusa, coincide con quella riscossa dallo stesso luogo edificato in nome del suo presunto ritrovamento. Con la sua scomparsa, Giovanni Alescio si è portato nella tomba il segreto del successo di quell’albergo-discoteca in cui si esibirono da Modugno, Bongusto, Vanoni, Saint-Paul, Domingo, Zeffirelli.

Come una carrozza che torna zucca alla mezzanotte, come un principe che torna rana al termine dell’incantesimo, così La Pineta quasi 30 anni fa ha spento luci e musiche altrettanto improvvisamente come le aveva accese, rischiarando le ombre e le notti del Monte Arcibessi. Una creatura morta con il suo creatore. Là dove risuonavano brindisi e risate di feste e balli, ora c’è solo e il richiamo di qualche uccello tra i rami delle conifere e il fruscio del vento tra la vegetazione che sta lentamente inghiottendo l’edificio riprendendosi il suo spazio.

Ma non è un sortilegio ad aver spento e a continuare a lasciare al buio La Pineta. Il vero arcano è la burocrazia, che ne fa un manifesto dell’incapacità e dell’indolenza delle amministrazioni locali seguitesi negli anni, splendidamente rappresentate dal mostro di cemento che si erge solitario nell’unica “pineta” rimasta: quella cresciutagli intorno, a nascondere l’oltraggio a una memoria culturale passata e alla natura che lo ospita oggi. Ne abbiamo raccontato la storia su Ragusanews, fino a qualche anno fa. Da allora non è stato compiuto mezzo passo avanti, almeno dai viventi: i fantasmi, a quanto pare, hanno riaperto per conto loro da un pezzo.