Il Burn Out viene generalmente definito come una sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e derealizzazione personale, che può manifestarsi in tutte quelle professioni con implicazioni relazionali molto accentuate. Per uscire dal burnout è necessario intervenire non solo sul singolo ma su quella che è l’interazione persona-ambiente.
Cos'è la sindrome burnout?
Questa sindrome deriva il proprio nome dall'espressione inglese «to burn out», ovvero «bruciarsi, esaurirsi». Il burnout è uno stato di esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale. L'OMS classifica questa sindrome come una forma di stress lavorativo che non si è in grado di gestire con successo. Le persone colpite non sono più capaci di affrontare il proprio carico di lavoro quotidiano con le risorse disponibili e finiscono per soffrire di esaurimento cronico. Generalmente nasce da un deterioramento che influenza valori, dignità, spirito e volontà delle persone colpite. È una malattia in costante e graduale aumento tra i lavoratori dei paesi occidentalizzati a tecnologia avanzata, ciò non significa che qualcosa non funziona più nelle persone, bensì che si sono verificati cambiamenti sostanziali e significativi sia nei posti di lavoro sia nel modo in cui si lavora. Tuttavia questo disagio non si limita alla sfera professionale ma si estende in molti casi anche alla vita privata, a riprova del fatto che il burnout non è una diagnosi univoca bensì un fenomeno complesso che si manifesta diversamente da persona a persona.
I sintomi del burnout
La sindrome da burnout non si manifesta dall'oggi al domani ma emerge in fasi diverse e in un lasso di tempo prolungato.
Definizione dell’OMS: i tre sintomi principali
Sensazione di sfinimento- Aumento di distacco mentale e cinismo rispetto al proprio lavoro - Calo dell'efficienza lavorativa.
Altri possibili sintomi
Sintomi fisici
Sintomi psichici
Nella fase iniziale, molte delle persone interessate da questa sindrome danno ancora prova di grande impegno a livello professionale, mentre in quella successiva provano spossatezza, irritabilità e irrequietezza con l'eventuale manifestarsi di una stanchezza cronica. Nella fase finale invece aumenta la rassegnazione, cala la concentrazione e mancano le forze. Molti provano anche un forte abbattimento.
Cosa può provocare la sindrome burnout?
Esigenze, obiettivi e contesto variano da persona a persona e, con essi, anche le cause possono essere di natura diversa. Ma una cosa è certa: la sindrome da burnout è la conseguenza di uno stress cronico e presenta fattori di rischio interni ed esterni che elenchiamo qui di seguito:
Fattori di rischio interni:
Impegno esagerato
Elevate pretese da sé stessi
Alto grado di idealismo
Perfezionismo
Aspettative eccessive
Dubbi sul senso del proprio operato
Difficoltà a dire di «no»
Fattori esterni:
Sovraccarico di lavoro, mancato riconoscimento, mobbing, ingiustizia, scarso controllo sulle proprie mansioni.
Quali sono i lavori più a rischio dalla sindrome Burnout?
Alla sindrome Bournout sono esposti soprattutto coloro che svolgono professioni accomunate da compiti di assistenza e cura (fisica o psichica) della persona, relazioni interpersonali emotivamente intense e frustranti e da elevate responsabilità. Sono soggette al burnout categorie di lavoratori eterogenee: infermieri, psichiatri, insegnanti, fino ai poliziotti penitenziari (categoria in cui si registra un alto tasso di suicidi).Il burnout non è un semplice periodo di stress sul lavoro, ma un assetto mentale e fisico di cronico e prolungato esaurimento connotato da peculiari reazioni emotive (esaurimento emotivo), comportamentali (comportamenti di fuga/assenteismo dall'ambiente lavorativo) e cognitive (percezione di un carico eccessivo per le proprie possibilità, negativismo, pessimismo, perdita di motivazione).Il burnout si ripercuote a livello professionale e relazionale, incidendo negativamente sulla prestazione lavorativa e sui rapporti interpersonali sia con l'utenza che con i colleghi. Questo può alimentare frustrazione, disistima di sé e ulteriore delusione rispetto a quei valori e aspettative precedentemente riposti nel proprio ruolo lavorativo e all’importanza personale e sociale ad esso riconosciuta.
Come prevenire il burnout?
Ognuno di noi può fare qualcosa per prevenire il burnout, in particolar modo riducendo lo stress, ma l’approccio da seguire varia comunque da persona a persona.
Possibili misure preventive:
Rispettare le proprie esigenze, soddisfare i bisogni fondamentali, fare esercizi di rilassamento e consapevolezza, affrontare lo stress.
Esercitare l’autocoscienza, nutrire l'auto accettazione, adottare uno stile di vita sano, consultare e accettare l'aiuto di uno specialista, aumentare la flessibilità e l'autonomia sul posto di lavoro, cercare sostegno all'interno del proprio team, gestire adeguatamente il proprio tempo, porre limiti e dire di «no».
Favorire l’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata
Ridurre le aspettative irrealistiche
Come curare la sindrome da burnout?
La cura del burnout prevede diverse terapie adeguate al singolo caso. Prima si agisce, più diventa efficace la terapia. Per uscire dal burnout possono essere utili anche integratori a base di estratti vegetali, come Ansioten. Ansioten, a base di teanina, melatonina e valeriana, è un integratore alimentare molto utile a favorire il rilassamento e il sonno in caso di stress. I passi chiave da compiere per una buona terapia sono: riconoscere i sintomi, accettarli, rivolgersi a uno specialista o accettare per lo meno l’aiuto.
Ulteriori misure:
Assenza dal lavoro con successivo reinserimento
Cambiamento della forma mentis e tecniche di rilassamento
Terapia comportamentale, terapia del corpo, terapia di gruppo, psicoanalisi ecc.
Se i sintomi sono elevati può essere auspicabile sottoporsi a cure psichiatriche stazionarie presso una clinica; in caso di sintomi acuti può rivelarsi utile anche una terapia medicamentosa immediata.